Pienza: Nicoletta Innocenti (Presidente associazione ‘Opera val d’Orcia”),  sindaco e responsabile area ambiente e territorio condannati dal Tribunale di Siena  per non aver adottato interventi necessari a sicurezza e conservazione della”Quercia delle Checche”. “Sentenza storica”, ha commentato la Innocenti

La presidente dell’associazione “Opera Val d’Orcia” Nicoletta Innocenti ha diffuso la notizia della condanna emessa nei confronti  di Fabrizio Fè , sindaco di Pienza, e di Riccardo Fè  Responsabile dell’area Ambiente, Patrimonio e Manutenzione dello stesso  comune da parte del  giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Siena dott.ssa Roberta Malavasi.I due sono stati condannati per il reato di cui all’art. 40, comma 2 e 734 Codice Penale, perché “ pur essendo gravati dal relativo obbligo giuridico” hanno  omesso di adottare gli interventi necessari per la sicurezza e la conservazione di una bellezza naturale, costituita dalla pianta monumentale denominata “Quercia delle Checche” sita nel comune di Pienza e sottoposta a speciale protezione dell’Autorità, in quanto dichiarata d’interesse culturale , e quindi non hanno impedito il crollo di un grande ramo della pianta e dunque la distruzione e l’alterazione della predetta bellezza comune il 2 agosto 2017. I due sono stati condannati a pagare ciascuno  516 euro. Commentando la sentenza Nicoletta Innocenti l’ha definita “storica, dal valore estremamente significativo non solo per il nostro territorio, la Val d’Orcia Patrimonio Unesco di elevata rilevanza paesaggistica e ambientale, ma più in generale per la tutela sull’intero territorio Italiano degli Alberi Monumentali, per i quali il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha istituito di recente un importante Albo Nazionale”  .La Quercia delle Checche inoltre rappresenta un simbolo straordinario per tutta la comunità scientifica essendo stato il primo Albero Monumentale in Italia ad ottenere dal MIBACT, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il riconoscimento nel giugno 2017 di Primo Monumento Verde d’Italia. Riconoscimento ottenuto non solo per la bellezza, la vetustà e la grandiosità dell’albero, ma anche per la sua relazione con l’ambiente antropologico e per il valore che le comunità locali hanno sempre attribuito alla ‘Matriarca’ di Val d’Orcia. Il gruppo che fa capo all’Innocenti ,dopo il primo crollo della grande branca ad opera di ignoti nell’agosto del 2014, pose  il problema della tutela della Quercia delle Checche stimolando il comune nella direzione della istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico che potesse monitorare, tutelare e salvaguardare l’albero.  La Quercia delle Checche avendo subito uno sbilanciamento a causa del primo crollo della grande branca, aveva necessità di adeguati sostegni e ancoraggi, pena ulteriori crolli finalizzati a bilanciare l’equilibrio ormai alterato. “Il Comune di Pienza – ha sottolineato Nicoletta Innocenti – farà passare oltre 2 anni e mezzo senza procedere all’attuazione delle procedure di salvaguardia che lo stesso tecnico incaricato dal Comune nella sua relazione del gennaio 2015 aveva indicato espressamente. Il 2 agosto 2017 la seconda enorme branca, ancora più grande della prima, crollerà e il Comune apporrà i sostegni solo due mesi dopo il crollo! E qui si giunge al paradosso, a fronte delle proprie inadempienze che la sentenza di oggi testimonia, il sindaco assume una decisione totalmente incomprensibile: decide di denunciare i volontari, cioè coloro che negli ultimi 3 anni e mezzo si erano occupati di tenere rapporti con Ministero e Soprintendenza, dalla manutenzione e decoro dell’area, delle attività didattiche, del taglio dell’erba, della pacciamattura, sempre senza arrecare alcun costo al Comune bensì auto-tassandosi. La denuncia mossa dal Sindaco Fè verrà prontamente archiviata, invece le controdeduzioni alle accuse ingiustamente ricevute da parte dei volontari e delle associazioni coinvolte, tra cui Italia Nostra, Legambiente, Club UNESCO e OPERA Val d’Orcia si tradurranno in una contro denuncia che oggi giunge ad esito con la condanna del sindaco Fabrizio Fè e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico”.  Infine l’Innocenti ha così commentato la vicenda :”fortunatamente la Quercia delle Checche nonostante tutto è ancora lì, con i suoi 370 anni, ad insegnarci l’arte della resilienza!”