Pienza: venduto il rudere che deturpa il paesaggio ai piedi della cittadina. Era di “Bottega Verde”. Si tratta della vecchia fornace che insiste su una area ora bonificata dall’amianto. Sulla sua destinazione la parola passa al neosindaco Manolo Garosi
di Massimo Cherubini (da La Nazione del 2 giugno)
Un rudere che deturpa il paesaggio di Pienza. E’ quello che ha ospitato la vecchi fornace laterizi, nata negli anni Cinquanta, che ha dato lavoro e benefici economici. Poi la crisi, la chiusura, la cessione a imprenditori siciliani falliti, arrestati per reati mafiosi, i dodici ettari di area, e i 12mila metri quadri di fabbricato, che vengono posti sotto sequestro. Dopo gli iter giudiziari viene indetta l’asta giudiziaria per vendere terreni e cubature. L’acquista, per un miliardo e duecento milioni di vecchie lire, una società che fa capo a Paolo Lavino amministratore delegato della società “Bottega Verde”. E, siamo negli anni Novanta, tutto passa proprio alla fiorente azienda di pregiati prodotti cosmetici. Il perché è presto detto: ai piedi di Pienza, Bottega Verde intende realizzare la sua sede. Inizia il lungo, tortuoso ed infruttuoso, confronto con gli amministratori comunale, progetti, proposte. Nulla di fatto, e ora l’ex fornace, l’intera area, Bottega Verde le ha messe in vendita. Ha dato procura all’architetto Lero Di Cristina che segue, da molti anni, gli interessi della società nel settore immobiliare.“Abbiamo avanzato proposte su proposte. Ma le passate amministrazioni-dice l’architetto Di Cristina- hanno sempre rimandato, “nicchiato”, mai detto si ad una soluzione che eliminasse uno scempio alle porte di Pienza, proponendo, di contro, qualche ridicola soluzione. Il risultato è che ora la proprietà ha modificato i suoi progetti e, ora, intende vendere l’area, il rudere, che si stende per oltre 150 metri ai bordi della provinciale che collega Montepulciano, la Val di Chiana, a Pienza”.Un vero obbrobrio ai piedi della Città di Pio II. Per fortuna diversi anni fa, con un elevato, poco comune, senso di responsabilità. L’area è stata interamente bonificata. Sono stati rimossi ben cinquemila metri quadri di amianto, bonificati 140 carrelli utilizzati per immettere nei forni l’argilla. Un intervento costato mezzo milione di euro con aspetti anche singolari.“Sono stato accusato -dice Lero Di Cristina- di aver creato una discarica abusiva perché, dopo averli bonificati, i carrelli erano stati messi nel nostro terreno. La Forestale mi ha multato per oltre 70mila euro. Prosciolto in istruttoria, ma senza fine. E’ arrivata la Provincia, la Regione. Insomma alla fine -dice- me la sono cavata con qualche migliaio di euro”.Sui progetti per riqualificare l’area l’architetto sorride: “ ne abbiamo presentati diversi. Volevamo realizzare la sede di Bottega Verde, una sorta di area museale dove sistemare tutte le macchine utilizzate per la produzione, una sala convegni. Una galleria con dodici negozi. La proposta, contenuta nel piano strutturale ancora vigente, la realizzazione di 5mila metri quadri destinati a struttura alberghiera ad un solo piano perché, anche i ragione dei vincoli della Sovrintendenza, non si può andare oltre i cinque metri di altezza. Il bello è che di fronte a questo albergo si ipotizza un’area destinata a campeggio.” E pensare che qui potrebbero essere realizzati tanti parcheggi per dare una risposta ad uno dei più grossi problemi logistici di Pienza. Il neo sindaco Manolo Garosi ha nel suo programma proprio risposte sul fronte dei parcheggi. Forse sarà la volta buona che quell’obbrobrio, che offende lo splendido panorama della Città di Pio II, venga definitivamente abbattuto.