Pitigliano intitola a Enrico Pellegrini il Museo civico Archeologico della Civiltà Etrusca

Il Museo Civico Archeologico della Civiltà Etrusca di Pitigliano sarà intitolato a Enrico Pellegrini, archeologo, studioso e appassionato del territorio pitiglianese, direttore scientifico della struttura museale dal 1997 al 2016, anno della sua prematura scomparsa. La cerimonia pubblica si terrà sabato 6 luglio, alle ore 17, al Museo Civico Archeologico, in piazza della Fortezza Orsini 59/C. Per volontà dell’attuale direzione scientifica del Museo e del Comune, nell’occasione, sarà presentato ai cittadini il complesso inedito di ceramiche etrusco-corinzie oggetto di un restauro conservativo, che andrà ad arricchire il Museo con un nuovo spazio espositivo. Seguirà il convegno “La Ceramica etrusco-corinzia della Collezione Vaselli nel Museo di Pitigliano e subito dopo: “Enrico Pellegrini, l’uomo, l’archeologo”, nel ricordo di amici, colleghi e familiari. Il nuovo complesso espositivo è costituito da produzioni vulcenti di imitazione orientalizzante, databili tra il VII e il VI secolo a.C., che furono scoperte alla fine degli anni novanta dallo stesso Enrico Pellegrini tra il materiale etrusco della collezione privata di Adele Vaselli proveniente da Poggio Buco. All’insediamento etrusco di Poggio Buco, Pellegrini aveva dedicato i suoi studi giovanili pubblicando un’opera monografica che è ancora oggi di riferimento. L’opera portava per la prima volta a conoscenza della comunità scientifica il nucleo di materiali archeologici della collezione privata di Adele Vaselli, donati nel 1995 alla comunità locale, che divenne il primo nucleo espositivo del museo archeologico di Pitigliano.  “Enrico Pellegrini fu chiamato a ricoprire il ruolo di direttore scientifico dei musei civici archeologici nel 1997 – spiega Irene Lauretti, assessore comunale alla Cultura – per volontà di Alberto Manzi, allora sindaco di Pitigliano e ha continuato a svolgerlo fino al 2016, anno della sua prematura scomparsa. Possiamo dire che Pellegrini è il fondatore del Museo. L’intitolazione è quindi un atto per noi dovuto e dal forte significato commemorativo che ci consente di porre nel giusto rilievo questo grande studioso che amava profondamente Pitigliano e di farlo conoscere alle generazioni future.”.“In qualità di erede di Enrico Pellegrini nella direzione scientifica delle due realtà archeologiche di competenza civica – afferma Debora Rossi, direttore scientifico dei musei civici archeologici di Pitigliano -nell’interesse delle realtà museali e in considerazione dell’innegabile valore professionale, sia in termini di contributo alla conoscenza, sia di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico di Pitigliano come patrimonio collettivo, credo nell’importanza di dedicare il Museo alla memoria del suo reale fondatore. E’ un atto dovuto a una persona meritevole, al cittadino pitiglianese ad honorem e al professionista che ha sempre ottemperato al suo ruolo di direttore scientifico con rigore scientifico e senza alcun onere per le amministrazioni che si sono avvicendate. Ho avuto il privilegio di conoscere il lato umano di Enrico e di crescere professionalmente con le sue preziose indicazioni. Con questa targa ricorderemo un grande amico, un bravo archeologo e un instancabile studioso.” .

Il nuovo complesso espositivo del Museo dedicato alla ceramica etrusco-corinzia di Poggio Buco è composto da corredi funebri legati alle principali personalità artistiche e alle botteghe ceramiche etrusche operanti fra la fine del VII secolo a.C. e il 560 a.C. a Vulci, come il Pittore della Sfinge Barbuta e gli artigiani del gruppo degli Anforoni Squamati e delle botteghe dei vasi policromi non figurati (Gruppo delle Palmette Fenicie, Gruppo dei Fiori di Loto), fino ad arrivare ai ceramografi della seconda (pittore di Pescia Romana) e della terza generazione (Ciclo delle Olpai, Pittore dei Rosoni, Pittore di Casuccini) secondo la classificazione di J.Gy. Szilágyi, cui si uniscono gli artigiani dei grandi gicli tardivi (Gruppo a Maschera Umana, Ciclo dei Galli Affrontati, Ciclo degli Uccelli)”. Oggi è possibile ammirare questi reperti soprattutto grazie alla caparbia volontà della dottoressa Simona Rafanelli che insieme a Pellegrini avviò lo studio iniziale del nucleo inedito di ceramiche di Poggio Buco.