Poggibonsi : “La Pira in Toscana, in Sicilia, nel Mediterraneo”, presentato il libro di Corrado Monaca introdotto da Paolo Marrocchesi, presidente del Centro Studi valdelsano “G.La Pira”
Il Salone delle feste della Misericordia a Poggibonsi ha fatto da cornice alla presentazione in prima nazionale del libro “Giorgio La Pira in Toscana, in Sicilia, nel Mediterraneo” di Corrado Monaca, pubblicato da Nemapress edizioni di Roma. L’evento è stato organizzato dalla Misericordia in collaborazione con il Centro Studi valdelsano “Giorgio La Pira” il cui presidente Paolo Marrocchesi ha introdotto e moderato l’incontro dopo i saluti del governatore della Misericordia, Vallis Berti. «Circa un anno fa – ha ricordato Marrocchesi – eravamo in questa sala per parlare di un’altra interessante fatica del professor Monaca. Infatti presentò un La Pira inedito, con il suo libro dal titolo “La Pira sindaco innovativo”. Oggi si va oltre e Monaca ci presenta un La Pira impegnato a risolvere i problemi della sua città di adozione, Firenze; della sua città d’origine, Pozzallo, in Sicilia; e soprattutto un La Pira fortemente impegnato nella costruzione di una politica Mediterranea, con le iniziative dei Colloqui mediterranei da lui organizzati a Palazzo Vecchio, che hanno visto sedersi allo stesso tavolo cristiani, ebrei e musulmani, rappresentanti delle tre religioni monoteistiche».Il primo Colloquio mediterraneo si svolse a Firenze proprio dal 3 al 6 ottobre 1958. Marrocchesi ha poi voluto ricordare la rivista di La Pira “Principi” dove sottolineava “il valore della pace come meta definitiva dell’umanità, spiegando l’illegittimità della guerra di aggressione”: “quel foglio – ha rimarcato Marrocchesi – non piacque al Regime fascista, poiché colpiva alla radice il totalitarismo tanto che nell’aprile del 1940, dopo poco più di un anno dalla stampa del primo fascicolo ne fu soppressa la pubblicazione. Ma con quel foglio era stata realizzata una eccezionale operazione culturale, poiché in esso si ritrovavano di fatto i contenuti dei “principi” fondamentali della carta costituzionale italiana, cui La Pira contribuì in maniera determinante. La Pira accusato di antifascismo, si allontanò da Firenze l’8 settembre 1943, trovando ospitalità qua vicino a Poggibonsi, per l’esattezza a Fonterutoli, in un piccolo borgo nel comune di Castellina in Chianti, dall’amico Jacopo Mazzei, dove vi rimase per tre mesi, fino alla sua fuga a Roma, nel dicembre dello stesso anno dove trovò ospitalità da Mons.Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. Quando nel dopoguerra, La Pira fu eletto membro della Costituente, sollecitato dall’arcivescovo di Firenze il Cardinale Elia Dalla Costa, vi giunse preparato e offrì un contributo essenziale”. Marrocchesi ha voluto ricordare questo aspetto del vissuto di La Pira perché troppo spesso si ricordano i grandi eventi : Il viaggio ad Hanoi da Ho ci Min in pieno conflitto vietnamita, i grandi convegni dei sindaci delle capitali di tutto il mondo riuniti in Palazzo Vecchio in piena guerra fredda, l’acquisizione della Pignone con la telefonata notturna a Mattei, ma” si dimentica la vera natura di Giorgio La Pira che oltre a tessere le migliori trame diplomatiche con i grandi della terra metteva al centro della propria vita i poveri ed i loro bisogni”. Dopo di lui Marisa Moltisanti, già senatrice della Repubblica e conterranea di La Pira, ( il padre il parlamentare missino Dionisio Moltianti era amico del sindaco-santo) ha affidato al suo intervento la vivida testimonianza e il ricordo di quella amicizia con La Pira. Marco Ricceri, segretario generale dell’Eurispes, già collaboratore di La Pira, ha insistito sulla situazione attuale che richiede nuove fondamenta etiche e percorsi politici chiari. “Se dovessimo calare la lezione di La Pira nel mondo attuale- ha concluso il segretario generale dell’Eurispes- bisognerebbe ripartire dai principi, nome che non a caso La Pira diede a una rivista pubblicata negli anni bui del fascismo” .Corrado Monaca, nel suo intervento conclusivo, ha illustrato la genesi del volume e richiamato l’attenzione sull’obiettivo primario del libro, consistente nel calare il metodo lapiriano nella società attuale. L’autore ha tracciato un parallelismo tra gli anni del dopoguerra, in cui La Pira fu sindaco e amministratore, e i tempi presenti, gli uni e gli altri densi di incertezze e di contraddizioni. Secondo l’autore, l’insegnamento di La Pira, oggi come allora, consiste in un modello di gestione pubblico-privato che persegua il bene comune, utilizzando tutti gli strumenti che la planologia, le scienze e l’intelligenza artificiale mettono a nostra disposizione. «Naturalmente nessuno ha una ricetta già pronta per risolvere le crisi e i problemi della società contemporanea – ha concluso Monaca – ma occorre che vi sia il coraggio di provare a cambiare, di trasformare l’attuale modello di sviluppo in uno più rispettoso dell’uomo e della natura, con l’aiuto dei ricercatori e degli scienziati per un futuro migliore».