Rispescia: XVII edizione del Premio “Ambiente e Legalità” di Legambiente e Libera.Undici le storie premiate quest’anno con protagonisti forze dell’ordine, capitanerie di porto, magistratura che combattono ogni giorno per la legalità e la difesa dell’ambiente, ma anche iniziative editoriali in prima linea per un’informazione approfondita sul patrimonio culturale minacciato, violato e oggetto di crimini

C’è chi combatte l’abusivismo costiero grazie alla collaborazione di cittadini e associazioni, chi ha dato vita ad un progetto editoriale di approfondimento, curato da una redazione di donne, dedicato ai fatti che quotidianamente vedono il nostro patrimonio culturale minacciato, violato e oggetto di crimini, chi contrasta il maltrattamento di animali e le varie forme di criminalità ambientale, dal traffico illecito di rifiuti all’inquinamento ambientale. Chi è in prima linea per rafforzare la tutela dello straordinario patrimonio di Pompei e delle vicine Stabiae ed Ercolano. Azioni e storie di impegno concreto, quelle al centro della XVII edizione del Premio Ambiente e Legalità di Legambiente e Libera, che hanno per protagonisti forze dell’ordine, capitanerie di porto, magistratura in prima linea per la difesa dell’ambiente e della legalità, ma anche chi è impegnato per una informazione approfondita su temi specifici come quello delle archeomafie. Undici le storie che sono state premiate questa sera nel corso della cerimonia organizzata nell’ambio della seconda giornata di Festambiente, il Festival di Legambiente in programma a Rispescia (Gr) fino a domenica 22 agosto, e che ha visto la partecipazione di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Luigi Ciotti presidente Libera, il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente ed Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente.  “Le storie al centro del Premio Ambiente e Legalità – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – testimoniano il grande impegno di chi si batte ogni giorno per difendere lo straordinario patrimonio ambientale del nostro Paese, gravemente minacciato dai fenomeni di aggressione criminale, come testimoniano i roghi che stanno devastando boschi e aree protette. Un impegno che si è triplicato soprattutto in tempo di pandemia per contrastare le mafie che, in piena emergenza covid, si mosse con celerità sfruttando la crisi economia e sociale per estendere ancor di più la loro presenza e incrementare il loro business e i traffici illegali a danno dell’ambiente, della salute dei cittadini e dell’economia. Fortunatamente anche la risposta dello Stato non si è mai fermata, sia sul fronte repressivo sia su quello della prevenzione, dimostrando ancora una volta la grande efficacia della legge 68 del 2015 che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale. Alla politica chiediamo, invece, una maggiore responsabilità e attenzione nel contrasto alle tutte le forme di illegalità. Con l’attuale riforma della giustizia Cartabia non è stato inserito il disastro ambientale tra i reati per cui non sono previsti termini che ne determinino l’improcedibilità. Una scelta a nostro avviso insensata perché sono in gioco l’ambiente in cui viviamo, la salute delle persone e la credibilità stessa della giustizia”. Gli ultimi dati del Rapporto Ecomafia, relativi al 2019, segnalano una crescita delle illegalità ambientali: 34.648 reati accertati, alla media di 4 ogni ora. Un incremento del +23.1% rispetto al 2018. Boom degli illeciti nel ciclo del cemento (11.484) che superano quelli contestati nel ciclo di rifiuti (9.527). Impennata anche dei reati contro la fauna (8.088) e quelli connessi agli incendi boschivi con 3.916 illeciti (+92,5% rispetto al 2018). Un dato, quello degli incendi boschivi, in crescita anche nel 2020, come già anticipato da Legambiente: nel 2020 +18,3% di territorio nazionale bruciato, +8,1% di reati accertati tra incendi dolosi e colposi rispetto al 2019. Distrutti complessivamente 62.623 ettari. Ben l’82% della superficie boscata e non boscata data alle fiamme e il 54,7% degli illeciti rilevati si concentrano tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Da capogiro il business potenziale complessivo dell’ecomafia, stimato in 19,9 mld di euro per il solo 2019, e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 mld. Di fronte a questo quadro preoccupante, nel contrasto alle illegalità risultano fondamentali le denunce dei cittadini e l’attività svolte da forze dell’ordine, Capitanerie di porto e magistratura a cui è dedicato il Premio Ambiente e Legalità.