Rivoluzione in Serie A: tutti i giovani talenti saliti alla ribalta

Finalmente sembra essere tornata l’età d’oro per il calcio italiano. Almeno per quanto riguarda i tanti giovani che tanto bene stanno facendo quest’anno con i rispettivi club.  Uno su tutti Nicolò Zaniolo. Il talento della Roma corre veloce verso il recupero dopo il grave infortunio al ginocchio rimediato contro la Juventus. Dopo il controllo dello scorso 13 febbraio, Zaniolo a Trigoria ha iniziato a caricare di più sul ginocchio infortunato. Anche la muscolatura ha risposto bene e a due mesi esatti dall’operazione le sensazioni sono positive: lo staff giallorosso non aveva alcuna alcuna intenzione di forzare, per riaverlo direttamente in ritiro questa estate. Ma il nuovo disegno dei calendari potrebbe cambiare le carte in tavola: a giugno saranno passati quasi cinque mesi da quel Roma-Juventus e quindi non è da escludere che per qualche spezzone possa tornare a disposizione di Fonseca. Se sarà solo per dargli una botta d’ottimismo in vista della prossima stagione, o addirittura per contribuire al finale di stagione della Roma, Zaniolo non lo sa ancora. Di certo con la Serie A destinata a prolungarsi più del previsto a causa dell’emergenza, anche lui è tornato a sperare. Due buone e inaspettate notizie, delle quali anche lui probabilmente avrebbe fatto volentieri a meno vista l’emergenza coronavirus ormai non solo italiana. Senza dimenticare l’Europa League, il sogno a cui si erano aggrappati tutti i tifosi prima dello stop forzato e necessario.

Gaetano Castrovilli

Altro grande protagonista è Gaetano Castrovilli, trequartista tuttofare della Fiorentina. Classe 1997, prelevato dalla Cremonese in Serie B, in cui era stato mandato a farsi le ossa per due anni dal club viola e ora finito sull’agenda del commissario tecnico azzurro Roberto Mancini. La partenza in sordina, un precampionato sorprendente, la conquista immediata della titolarità fissa in campionato. Un talento naturale quello di Gaetano, impossibile da non vedere per gli addetti ai lavori. Montella per primo ha scelto di dargli fiducia e Iachini ne ha fatto un uomo cardine della mediana della sua Fiorentina. In soli sei mesi il 23enne viola si è affermato come uno dei talenti più puri che abbiamo in Italia. Lo stesso CT Mancini non si è fatto sfuggire la crescita esponenziale di un talento che, in vista dell’europeo, può essere una grande risorsa in una squadra giovane ed ambiziosa. Un presente in viola, ma anche un futuro con il presidente Commisso che lo vede come punto fermo per una fiorentina vincente. Da qui la scelta portata avanti da Pradè, in tempi non sospetti, di rinnovargli il contratto fino al 2024. Un segnale, se mai ce ne fosse stato bisogno, della grande considerazione che Gaetano gode nella famiglia viola. Il talento cresciuto nelle fila del Bari non si è fatto mancare nulla in questa prima stagione tra i grandi, con il mancamento vissuto in campo che ha fatto palpitare i tifosi viola e i suoi cari.

Milinkovic Savic

Parliamo ora di un calciatore in corsa per lo scudetto, come confermavano prima della pausa le quote NetBet. Sergeij Milinkovic Savic è la stella più brillante della Lazio di Simone Inzaghi. Come detto da Simone Inzaghi – che ha definito il ritiro estivo svolto da Milinkovic fantastico – un’estate decisamente meno tribolata della precedente gli ha permesso di preparare la stagione in corso con la testa sgombra e con grande disponibilità nei confronti della squadra. Disponibilità è un termine particolarmente adatto per spiegare la metamorfosi tattica e umana di Milinkovic-Savic: la versione 2017/2018 della Lazio vedeva lui e Luis Alberto gravitare alle spalle di Immobile, protetti da due equilibratori come Lucas Leiva e Parolo e da esterni diligenti come Lulic e Marusic. In quel contesto il serbo rappresentava la seconda bocca di fuoco offensiva dopo l’intoccabile Immobile, tanto che concluse la stagione come secondo miglior marcatore con 14 gol totali tra tutte le competizioni. L’area di rigore era diventata il suo giardino, ed ogni pallone indirizzato verso di lui era automaticamente un pericolo. Queste caratteristiche sono rimaste immutate, ma in una Lazio diversa e che oggi possiamo finalmente definire evoluta: i principi, quindi la ricerca della verticalità e la volontà di attaccare tramite l’innesco di scambi rapidi tra i migliori calciatori offensivi, sono intatti, ma a cambiare è stata la disposizione degli interpreti. Inzaghi ha reinventato Luis Alberto nel ruolo di mezzala di possesso a piede invertito.