San Casciano dei Bagni: a “La Terrazza” il virologo Rino Rappuoli  annuncia che è quasi pronta la cura per guarire i malati di Covid. Per il vaccino vero e proprio per prevenire il Coronavirus invece bisognerà attendere tra il 2021 e il 2022

Di Ettore bruno

Ieri un’oretta e mezza a San Casciano dei Bagni, con il virologo-microbiologo Rino Rappuoli ( tra l’altro nativo di Radicofani), ospite de “La Terrazza” di Federica Damiani , per capire bene come procede l’attività di ricerca anti-Covid, visto che è anche direttore scientifico responsabile dell’attività di ricerca e sviluppo esterna presso la GlaxoSmithKline Vaccines di Rosia , a Siena. Rappuoli è a capo di uno dei tre principali gruppi di lavoro a livello mondiale (USA/Oxford/Siena) per la definizione del vaccino contro il Covid-19. In pochi minuti di semplice illustrazione, dopo la presentazione del sindaco Agnese Carletti , ha spazzato via falsi miti, dicerie, complottismi planetari etc. e ha invitato tutti ad attenersi alle regole e quindi a  mettere la mascherina e ad  areare i locali . Intervistato da Pino Di Blasio, responsabile della sede di Siena de La Nazione, Rappuoli ha spiegato che il lavoro per la cura del Covid è partito da circa 5 mila anticorpi estrapolati dal sangue di persone ammalate: da questi ne sono stati scelti tre, i più resistenti, per arrivare poi a selezionarne uno solo. Il gruppo di ricerca , creato a Siena, ha quindi effettuato lo studio degli anticorpi che “è la risposta scientifica giusta a tutte le malattie infettive. Il farmaco sarà prodotto dalla Menarini di Pomezia e dovrebbe essere pronto entro la fine di quest’anno. “ Sarà una semplice iniezione che aiuterà a guarire – ha sottolineato – chi avrà contratto il Covid. Questo è un farmaco, una terapia. Poi c’è il vaccino che presumibilmente sarà pronto tra il 2021 e il 2022 e quello dovremo farlo tutti per prevenire il virus”.  Rispondendo alle domande del giornalista Rappuoli ha spiegato che probabilmente di pandemie ne arriveranno altre e questo anche a causa delle condizioni ambientali che sono peggiorate  e del continuo scambio di persone da un continente all’altro che favoriranno la velocità del contagio. “Una delle prossime pandemie di cui dovremo avere paura – ha detto ancora – è la resistenza agli antibiotici. Nel 2050 farà molti più morti dei tumori. Sono stati stanziati nel mondo 100 trilioni di dollari per studiare nuovi antibiotici. Dal 1980 infatti si è fermata la ricerca.”.  Rappuoli ha poi negato che il virus sia nato in laboratorio perché ne sarebbe rimasta una traccia nel gene: “è un virus nato in natura. La Cina ha reagito troppo tardi e anche l’Italia non è stata pronta ma sono stati i primi due Paesi colpiti. Stando a quello che vediamo gli altri non hanno  imparato nulla”. A margine del confronto a “La Terrazza” il virologo ha avuto anche un incontro con Stefano Scaramelli, presidente della commissione sanità della regione Toscana, ( tra l’altro lui e la sua famiglia sono stati  costretti a una lunga quarantena perché contagiati)che è andato appositamente a San Casciano dei Bagni ad ascoltare Rappuoli per saperne di più sulla cura e sul vaccino.