San Casciano dei Bagni: presentato a “La Terrazza” il libro del giornalista Pierluigi Battista dal titolo “Libri al rogo. La cultura e la guerra all’intolleranza” che affronta un aspetto inquietante della società odierna occidentale: la censura.“Purtroppo nelle nostre società, anche se materialmente non si accendono più i roghi, hanno ricominciato ad ardere con una certa intensità, ciò si chiama censura”, ha dichiarato Battista
Di Giulia Benocci
L’evento estivo culturale “La Terrazza” è tornato con un nuovo appuntamento ieri sera, ospitando il giornalista e scrittore Pierluigi Battista; una prosecuzione degli argomenti dibattuti la sera precedente da Walter Veltroni come ha sottolineato l’interlocutrice di Battista la giornalista Lorenza Foschini, in veste di intervistatrice e di moderatrice. L’occasione è stata la presentazione del nuovo libro di P.G. Battista “Libri al rogo. La cultura e la guerra all’intolleranza” che affronta un aspetto inquietante della società odierna occidentale: la censura. “Un “virus” che lo assoceremmo solo a tempi passati o agli attuali regimi dittatoriali ed estremisti, invece è una piaga che si sta diffondendo anche nell’occidente democratico”. Battista nell’incipit del suo libro lancia un campanello d’allarme: “Da qualche anno a questa parte, nell’Occidente democratico i roghi dei libri, i falò delle opere d’arte, hanno ripreso ad ardere con una certa intensità. Se stentiamo a percepire l’odore di bruciato è perché ora il rogo dei libri si chiama censura”. Sta succedendo qualcosa di pericoloso ma ancora ,forse, non è stato percepito dai più dato che non si vede più salire il fumo, come accadeva nelle pubbliche piazze di un tempo, ma è una cosa più sottile, subdola che si insinua nelle società occidentali.Il libro in questione è la seconda parte dell’opera “I libri sono pericolosi: Perciò li bruciano”, in cui il giornalista raccontava la storia dei roghi dei libri dall’antichità ad oggi e in cui sosteneva la tesi per cui ad ardere i libri non sono le persone ignoranti, ma i fanatici. “Ho deciso di scrivere questi libri perché inaspettatamente purtroppo nelle nostre società, anche se materialmente non si accendono più i roghi, hanno ricominciato ad ardere con una certa intensità, ciò si chiama censura – ha dichiarato Battista – . La cosa più drammatica è che non dobbiamo pensare solo ai talebani, o comunque ai paesi estremisti che fanno censura, perché anche la privazione del libero dibattito è censura. Assistiamo ad un offensiva che io trovo oscurantista, in cui la lezione che ne viene fuori è che il dissenso è un male, la libera discussione è un peccato, ma la diversità delle opinioni dovrebbe essere il ‘sale’ di una democrazia libera; però , invece che essere considerato una risorsa, viene considerato un qualcosa da sradicare, per cui nasce un nuovo accanimento che noi pensavamo non fosse più possibile. Il problema principale è il fanatismo, cioè l’impossibilità di accettare una pluralità di opinioni e di idee: viene percepito come un qualcosa di offensivo”. Negli scorsi anni c’era già stato un principio di ritorno alla censura, ma i più hanno pensato che fossero delle manifestazioni bizzarre, per esempio in alcune università americane in alcuni piani di studi è stato abolito lo studio su Shakespeare. L’arte e la cultura sono sempre stati il male del mondo che viene rappresentato: la violenza, l’oppressione, l’ingiustizia; ma in questa visione deve essere cancellato tutto ciò che precede il ‘momento zero’ o ‘l’anno zero’ come lo definisce Battista, in cui deve essere cancellato tutto ciò che precede il fatto considerato offensivo. Un manifestazione di intellettuali, per esempio, ha chiesto la cancellazione di una mostra dell’artista Fernando Botero perché tramite la sua arte avrebbe potuto offendere gli obesi. Un altro esempio, circa 2 o 3 anni fa a Firenze , quando è stato cambiato il finale dell’opera classica “Carmen” di Georges Bizet perché secondo i ‘censori’ era un apologia al femminicidio. Il movimento fondamentalista sostiene che tutto ciò che non va più bene deve essere sradicato, le persone dovrebbero ‘perdere’ la memoria di tutto ciò che hanno pensato e fatto fino al giorno prima della ‘grande redenzione’.
“L’idea alla base del pensiero oscurantista è l’infantilizzazione , cioè la teoria che le persone sono dei bambini da proteggere da messaggi pericolosi e il fanatico si identifica con l’incarnazione del bene che però ha bisogno del ‘male’, di chi commette il reato che poi sarebbe la diversità di opinione – ha concluso lo scrittore – ; una società però che nega il dibattito diventa un tribunale. Quando le cose ‘dicibili’ si riducono drasticamente, anche senza un regime, è finita: questo è il potere dell’autocensura e così facendo stanno danneggiando la pluralità delle idee”.