San Gimignano : Salvini domani 26 settembre visita carcere di Ranza,;on.Cenni (Pd), “Salvini scopre oggi che a Ranza ci sono problemi seri? Ci spieghi perché non ha fatto niente quando era al Governo?”

Da  Susanna Cenni, parlamentare del Pd , riceviamo e pubblichiamo il suo commento alla visita di domani 26 settembre  Matteo Salvini al carcere di Ranza, a San Gimignano.

“In questi giorni di grande attenzione mediatica vedo un grande attivismo attorno alla situazione del carcere di Ranza. Questo non può che essere apprezzato da chi, come me o come il Comune di San Gimignano, si è occupato in via permanente della casa di reclusione, ha svolto ripetute visite nei reparti, ha incontrato i vari direttori temporanei, ha seguito gli scioperi degli agenti di polizia penitenziaria costretti a turni difficili per la carenza di organico e messi in difficoltà anche da alcuni direttori passati di lì. Chi come noi si è recato a perorare la causa dell’istituto presso il DAP con ogni Governo, chiedendo più personale di polizia e più dignità per i detenuti e interventi per la struttura. E lo abbiamo fatto anche mesi fa, ottenendo, nelle scorse settimane, la risposta alla lettera del ministro Bonafede e l’assegnazione di un nuovo direttore. Più voci e più iniziative sono indubbiamente utili. Ciò che invece davvero sconcerta è l’annuncio della visita del Senatore Matteo Salvini. Faccio molta fatica a capire come può oggi autorevolmente intervenire chi sino a un mese fa aveva strumenti, risorse, ruolo e poteri per intervenire su Ranza visto che si occupava di tutto, e non ha alzato un dito ne speso mezza parola. Cos’è che muove oggi questo politico italiano in un momento di così grande delicatezza per l’istituto? Un momento in cui servono trasparenza, cautela, toni appropriati, certezze e rispetto per i diritti umani, come dei tanti agenti che in questi anni hanno fatto il proprio dovere. Spero che i lavoratori di Ranza lo chiedano al Senatore Salvini, e spero che possano ottenere risposte, perché se così non fosse, purtroppo, la visita andrebbe collocata nella categoria dell’uso politico strumentale di fatti drammatici. Pratica forse in voga nelle spiagge estive, ma non tollerabile nelle istituzioni democratiche”.