Sansepolcro: omaggio del Comune al Sacrario degli Slavi dove sono sepolti 446 cittadini dell’ex Jugoslavia morti nei campi di internamento fascisti. Presente l’ambasciatore della repubblica di Slovenia Matjaz Longar

Si è svolta questa mattina nel cimitero monumentale di Sansepolcro la cerimonia di commemorazione per i 446 cittadini della ex Jugoslavia, morti dopo essere stati deportati nei campi di internamento fascisti a seguito dell’occupazione italiana nel 1945 e dei quali sono custoditi i resti nel sacrario a loro dedicato.L’ambasciatore della Repubblica di Slovenia Matjaž Longar è arrivato presso il cimitero cittadino dove ad attenderlo c’erano il sindaco Fabrizio Innocenti, gli assessori e alcuni consiglieri comunali oltre al presidente del consiglio comunale Antonello Antonelli, accompagnati dal gonfalone della città di Sansepolcro. Presenti anche le rappresentanze delle forze dell’ordine locali, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, oltre ad una folta delegazione dell’Anpi Valtiberina.  Da parte del primo cittadino Fabrizio innocenti e dell’ambasciatore Matjaž Longar sono state espresse parole di stima reciproca, e ribadito il legame d’amicizia che nel presente lega le due realtà dopo i fatti cruenti del passato. E proprio perché gli eventi passati non vengano dimenticati anche i più giovani avranno modo di tramandare il ricordo di chi è caduto in guerra: la professoressa Patrizia Fabbroni ha infatti parlato di un interessante progetto che sta portando avanti con i propri studenti affinchè la conoscenza possa aiutare i più giovani a capire come costruire un futuro fatto di lealtà e rispetto reciproco. L’ambasciatore sloveno è stato infine accompagnato dal sindaco al Museo Civico e nella Casa di Piero. A fare da cicerone nelle visite di questi due importanti luoghi di cultura della città è stata l’assessore alla cultura Francesca Mercati che ha illustrato le opere custodite all’interno del Museo Civico. La splendida dimora che conserva la testimonianza dell’artista al Borgo è stata invece descritta magistralmente dalla dottoressa Francesca Chieli, presidente della Fondazione Piero della Francesca.