Sarteano: dal 10 agosto nello spazio del “Dopoteatro” la mostra fotografica “Fragile Geometries” di Mauro Sini  dedicata al primo decennio del XXI secolo 

Mostra personale di Mauro Sini, a cura di Jlenia Biffi. FRAGILE GEOMETRIES è una raccolta di fotografie dedicate al primo decennio del XXI Secolo. Immagini ammalianti, visioni personali ed evocative catturate da Mauro Sini in dieci anni di vita e di lavoro. Una commovente testimonianza visiva di una decennale odissea nel teatro del mondo, sommando immagine a visione, sogno ad allucinazione. FRAGILE GEOMETRIES, si terrà a Sarteano presso il Dopoteatro Sarteano, il 10 agosto  dalle ore 19.30; e vedrà esposto un piccolo gruppo di opere in bianco e nero che testimoniano la sua ricerca volta ad indagare il senso della rappresentazione dello spazio. Bellezza inseguita in frammenti di rovine antiche o nel sublime naturale, sempre con la malinconica consapevolezza di chi sa cosa si celi dietro l’apparenza delle cose. Sussurrando  nuovi misteri, per indagare le forme dell’incerto rapporto tra spazio e uomo che lo abita o lo fugge.  Sini non è e non vuole essere un testimone per i posteri. Non vi è in lui nessuna volontà di rappresentare il reale, contrariamente, vi è quello che Nanni Cagnone definisce come l’essere attraversati: il consentire al prodigio di compiersi sapendo cogliere l’attimo in cui le cose appaiono nella loro pura essenza visiva. Descrivere le sue fotografie è un’operazione azzardata come voler riassumere o parafrasare una poesia. In fondo, si arriverà a capire, ancora una volta, che la bellezza del canto risiede proprio in ciò che in esso v’è di intraducibile. Ungaretti, non a caso, diceva che Poesia è là dove c’è mistero. Un approccio personale, intimista, lontano anni luce dal reportage giornalistico, ha contribuito col tempo a qualificare la sua cifra stilistica. Sarà proprio negli anni che vanno dal 2006 al 2016 che il suo lavoro giunge a piena maturazione. Il regno del silenzio si impossessa dello spazio e le fotografie diventano visioni metafisiche del Nulla, in senso filosofico e stirneriano. Potremmo definire la sua fotografia come un contrappunto di silenzi attorno al vuoto. Un silenzio popolato, con echi di voci interrotte, con rimbombi di passi già scordati. Possiamo pensare a questa fotografia come a un’arte dell’invisibile e al suo autore come a un indagatore del Nulla. Il suo è un ontologizzare l’assenza. Ma mai si fa fotografia della memoria. La sua è al contrario una fotografia del presente. Gli spazi che il suo occhio indaga sono specchi nei quali veder riflessi i timori dell’artista contemporaneo che si interroga sul senso dell’esistere. FRAGILE GEOMETRIES contiene i diversi punti dei vagabondaggi che Sini ha compiuto nel mondo alla ricerca di una nuova opportunità di visuale. Egli ha eternato in immagini un condominio, una pineta, lo spigolo di un muro, una finestra, una spiaggia; perché ha saputo cogliere la tragica effimerità della materia. Senza mai imporre un punto di vista, ma rendendosi disponibile alla bellezza momentanea di ogni cosa. Quella di Mauro Sini è un’arte rispettosa e attenta che, pur senza urlarlo, ci mostra un nuovo modo di vedere ciò che ci circonda. Per dirla alla Papini, in un mondo dove tutti pensano soltanto a mangiare e a divertirsi, a comandare e a far quattrini è necessario ogni tanto qualcuno che ci rinfreschi la visione delle cose, che mostri lo straordinario nell’ordinario, la bellezza nella spazzatura e il respiro profondo del surreale quotidiano. Sini osserva e racconta non solo la realtà esterna, ma anche un mondo più nascosto nell’ombra. Un mondo che è tenebra interiore e reminiscenze di memorie troppo spesso trascurate. Possiamo pensare la sua fotografia come una metafisica dell’ordinario, nel senso che l’oggetto viene sublimato in una visione che è un sentire per affetti e sentimenti. Le sue immagini ci rivelano il linguaggio silente delle cose, il fremito dell’inesistente, la solitudine del Nulla. Le sue fotografie rivelano la menzogna della visione, effondendo un fremito nascosto che palpita sotto a una maestosa e rapita quiete. La questione qui non è di essere alla ricerca di sensazioni forti, ma di saper aspettare la rivelazione dello spazio, di essere pronti all’ascolto di una delle sue possibili storie. Sono le vicende delle presenze che sono sopravvissute al destino dei luoghi. Fantasmi in grado di turbare con il loro ostinato silenzio di pietra.

Mauro Sini è un fotografo professionista che da anni lavora nei campi della fotografia d’architettura, della moda, del teatro e del ritratto. Nato a Firenze nel 1977, vive e lavora in Toscana. Gli studi in architettura condizioneranno il suo sguardo sul mondo e contribuiranno a definire sia gli interrogativi, sia gli oggetti d’indagine della sua ricerca incentrata sul complesso rapporto che esiste tra spazio e uomo e sul senso del vuoto.