Sarteano: distretto sanitario; Simonetta Losi annuncia raccolta firme per la riapertura in tempi brevi della struttura.” È stato giusto chiudere nel periodo di lookdown, ma adesso- aggiunge – ogni struttura ha riaperto, e basterebbe organizzarci veramente per essere anche noi all’altezza della situazione. Spero che la scusa di non garantire la sicurezza, non sia un pretesto per chiudere definitivamente anche questo servizio”

Da Simonetta Losi, cittadina di Sarteano , riceviamo e pubblichiamo una sua presa di posizione anche a nome di “un gruppo spontaneo di cittadini senza bandiera politica, che chiedono a gran voce la riapertura in tempi brevi del Distretto Sanitario”

“Riconosco che, in un momento particolare come questo, causato dell’emergenza Covid, le difficoltà siano molte per gestire l’apertura in totale sicurezza, ma è altrettanto vero che se permettiamo a negozi, bar o ristoranti di aprire e garantire la sicurezza, fa sorridere il fatto che un distretto sanitario non sia in grado di fare altrettanto, e quindi provocare un disservizio elevato, nonostante i cittadini paghino le tasse anche per questo. Viene detto, a motivazione della chiusura, che mancano le distanze di sicurezza e il personale ausiliario (una persona), la quale dovrebbe occuparsi all’entrata di misurare la febbre, far igienizzare le mani, e controllare che siano in possesso della mascherina, come oramai succede in ogni esercizio pubblico che segue le linee attuate dal decreto.A questa premessa mi sento di aggiungere che, come in tutte le altre strutture aperte, la prima regola sarebbe solo quella di organizzare con orari l’entrata delle persone,e non credo che serva un dottore per  provare la febbre, oltretutto sono convinta che molti cittadini si offrirebbero volontari per qualche ora per ricoprire questo ruolo, pur di aiutare a riaprire il distretto. La nostra popolazione come sappiamo, è principalmente anziana, e molti di loro hanno bisogno di effettuare controlli del sangue, in tempi brevi e continui, ( ad esempio per chi assume farmaci anti aggreganti), molti hanno bisogno di effettuare e programmare visite, che in questa emergenza sono slittate con tempi lunghi, molti hanno bisogno di regolarizzare pratiche amministrative ( es. fasce di reddito, esenzioni ecc.ecc.).Ora devono spostarsi a Chiusi, o in altre strutture, ma questo lo possono fare solo coloro che riescono a spostarsi o hanno figli e nipoti per essere accompagnati: è vero ci sono associazioni che effettuano questi servizi come l’Auser che ringraziamo, ma sempre dietro, seppur minimo compenso.Molti ci rinunciano, molti rimandano gli esami e questo può provocare peggioramenti di alcuni quadri clinici.  È stato giusto chiudere nel periodo di lookdown, ma adesso, ogni struttura ha riaperto, e basterebbe organizzarci veramente per essere anche noi all’altezza della situazione. Come cittadina vorrei che questa amministrazione combattesse per far valere i diritti dei cittadini contro il “tavolo organizzativo” cioè verso coloro che a mio avviso non si rendono conto del problema e del disagio che stanno creando alla popolazione, specie quella anziana, e mi riferisco a tutti quei dirigenti della Regione, della Usl e di coloro che hanno competenza di questa situazione. Senza dimenticare che già molti servizi erano stati tolti dal distretto in passato, spero che la scusa di non garantire la sicurezza, non sia un pretesto per chiudere definitivamente anche questo servizio.  A questo proposito ho intenzione di organizzare una raccolta firme per la riapertura in tempi brevi del Distretto Sanitario”.