Sarteano: “Patto 2000” ; va in liquidazione la società  creata per lo sviluppo territoriale  della Valdichiana, l’Amiata, il Trasimeno e l’Orvietano. Chiude a fine 2021 ma con un impegno finanziario aggiuntivo pari a 355 mila euro per portare a termine le attività in corso. L’annuncio ai 39 soci( di cui 37 comuni e due unioni di comuni) dal presidente-liquidatore Marco Ciarini. Sul piede di guerra le opposizioni del centrodestra che fanno capo all’Alleanza per la Valdichiana per non essere state avvertite per i canali istituzionali e per la spesa aggiuntiva.

Di Leonardo Mattioli

Tutto è cominciato il 30 aprile scorso quando l’assemblea dei soci del “Patto 2000” ( 39 per la maggior parte  comuni  (37) e due unioni dei comuni) ha deliberato la messa in stato di liquidazione “volontaria” della società  che ha come obiettivo quello di favorire lo sviluppo territoriale della Valdichiana, dell’Amiata, del Trasimeno e dell’Orvietano e ha nominato “liquidatore”  lo stesso presidente Marco Ciarini con il mandato di portare a  termine il compito completando gli obblighi e le finalità di competenza della società stessa. Cosa che Ciarini ha fatto subito e con scrupolo. Infatti ha studiato e messo a punto un piano di liquidazione lavorando con i suoi tre dipendenti nel suo ufficio ubicato a Sarteano (la sede legale però è a Città della  Pieve). Così il 30 luglio scorso ha inviato a tutti  e 39 i soci , tramite indirizzi Pec, una comunicazione sull’impegno finanziario dei soci per la liquidazione, che dovrebbe avvenire il 31 dicembre 2021 (quindi tra più di due anni) ma che costa ben 355 mila euro e una proposta dei criteri di riparto tra i soci  per far fronte a questa cifra. Questa comunicazione che era limitata ai soli soci ovviamente è trapelata e i documenti sono finiti in mano  ad alcuni esponenti di minoranza molto battaglieri. Tra questi anche il gruppo  di centrodestra del consiglio dell’Unione dei comuni della Valdichiana senese  di recente costituzione e che si chiama “Alleanza per la Valdichiana” guidato da Gianfranco Maccarone di Montepulciano. Questi consiglieri di minoranza hanno preso atto dei contenuti dei documenti di Marco Ciarini, ne hanno fatto una approfondita lettura e hanno cominciato a mettersi sul piede di guerra nonostante l’approssimarsi del ferragosto. Nei prossimi giorni infatti terranno una prima riunione intanto per manifestare il loro netto dissenso dal metodo adottato  dalla maggioranza di non aver dato subito notizie precise su questa messa in liquidazione in nome della “trasparenza” e poi sul merito contestandone i contenuti  (in particolare la spesa aggiuntiva di 355  mila euro) per arrivare in oltre due anni alla chiusura di un ente che  molti esponenti della  minoranza giudicano “inutile” da tempo.Tra l’altro sono proprio i criteri di ripartizione degli oneri tra i soci  a non convincere le diverse minoranze. Questi criteri sono legati , in proporzione,  a quanto i soci pubblici hanno ottenuto singolarmente nel corso degli anni come contributi per investimenti sui territori. Tra i documenti inviati da Ciarini ai soci c’è anche uno schema di ripartizione degli oneri che comunque dovrà essere discusso a fine estate dall’assemblea della società. Scorrendola  viene a galla che tra i 39 soci pubblici sono tantissimi i comuni umbri ma che superano di poco quelli  toscani e le unioni dei comuni della Valdichiana senese e dell’Amiata-Val d’Orcia. Scorrendo sempre lo schema viene fuori che la quota maggiore da pagare spetta  al comune di Monte Gabbione che ha ottenuto 550 mila euro ( dovrebbe pagare oltre 35 mila euro) seguito da quello di Castiglione del Lago con 530 mila (da pagare  come quota quasi 34 mila euro)e da Magione con 450 mila (quasi 29 mila euro). Anche Città della Pieve non scherza:  per le due tranche di finanziamenti ottenuti (250 mila e 150  mila) dovrebbe contribuire per una quota di oltre 26 mila euro. Orvieto pure, avendo ricevuto contributi per 200 mila euro , dovrebbe contribuire con più di 13 mila. Anche i comuni toscani, pure se in misura minore, non sono da meno . A parte l’Unione dei comuni della Valdichiana senese che ha avuto più di 300 mila euro di contributi e ne dovrebbe pagare quasi 20 mila come quota, spiccano tra quelli toscani quello di San Quirico d’Orcia che ha incassato 170 mila euro (la quota sarebbe di più di 11 mila euro)e quelli di Abbadia San Salvatore e  di San Casciano dei Bagni ( rispettivamente 125 mila e 120 mila euro di contributi) chiamati ora a versare il primo più di 8 mila 500 euro e il secondo più di 8 mila 250. Stesso contributo e stessa quota  di San Casciano anche per Sarteano e per Cetona mentre Castiglion d’Orcia sarebbe chiamato a versare quasi 15 mila euro a fronte di 225 mila euro ricevuti. Poi si scopre, scorrendo lo stesso schema, che alcuni comuni come Chiusi, Montalino,Sinalunga etc. non avrebbero ricevuto contributi per cui sarebbero costretti a pagare “solo”  un minimo della quota pari a 767,40 euro.