Sarteano: presentato il libro di Luca Aggravi sulla storia della Misericordia locale che riscopre le radici francescane dell’istituzione. “E’ un testo di storia locale che – ha spiegato l’autore-  permette di aprire un cassetto chiuso da tempo, è stato studiato un archivio fino a oggi totalmente inedito che consentirà di arricchire e approfondire anche la storia del nostro paese”

La storia della Misericordia è anche la storia di Sarteano: in estrema sintesi è questo il succo dell’ultima fatica letteraria di Luca Aggravi, appassionato della storia locale, che ha presentato , non a  caso della Chiesa di San Francesco, il suo libro sulla “Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Sarteano-dalla Compagnia dell’oratorio di San Bonaventura alla fondazione del proprio ospedale” in occasione dei 20 anni della RSA “P.Bargagli”. Un libro che riscopre e mette in evidenza le radici francescane dell’istituzione. Un evento, quello della presentazione del libro, al quale non è voluto mancare il Vescovo mons. Stefano Manetti insieme al sindaco Francesco Landi e al Provveditore dell’Arciconfraternita Vincenzo Grassi. A parlare del libro insieme a Luca Aggravi anche due storici di livello come Claudio Carpini e Vincenzo Durante, moderati dal giornalista Claudio Farnetani. “Questo è un testo di storia locale che ha una propria specificità- ha spiegato in premessa Aggravi -:  permette di aprire un cassetto chiuso da tempo, è stato qui studiato un archivio fino a oggi totalmente inedito che consentirà di arricchire e approfondire anche la storia del nostro paese”. E qui l’autore ha fatto un salto indietro nei secoli per parlare, appunto, della ‘riscoperta’  delle radici francescane della Misericordia di Sarteano.” Sappiamo che san Francesco, come racconta il biografo Wadding, giunse a Sarteano per la prima volta – ha ricordato – nel gennaio del 1212, proveniente da Siena. Il Santo fondò un eremo nella zona del monte di Solaia nella zona oggi detta delle Celle di San Francesco. La piccola e umile chiesetta, il povero oratorio che venne costruito e che aveva per soffitto lo stesso monte, venne dedicata, forse dallo stesso Santo, a san Bartolomeo. Il Serafico era attratto da quel luogo isolato e aspro, tanto che vi venne in almeno cinque o sei suoi successivi passaggi sarteanesi”. Aggravi nel libro riporta alcuni  episodi avvenuti nell’Eremo di Sarteano riportati dai biografi francescani. Fra Tommaso da Celano ricorda la cella che san Francesco non volle più abitare perché un frate, dicendo che proveniva dalla “cella di frate Francesco”, lo aveva definito come proprietario di un bene.San Bonaventura da Bagnoregio ricorda invece la famosa tentazione carnale combattuta e vinta.Infine il Wadding ricorda la capanna, costruitagli da un pio sarteanese, che san Francesco non volle abitare perché ritenuta troppo bella.I frati minori, in un periodo successivo decisero però di abbandonare questa zona scendendo in paese dove edificarono un convento nel periodo tra il 1250 e il 1300. È questo il convento e la chiesa dove siamo oggi riuniti, chiesa costruita in stile gotico francescano, stile che le conferisce un senso di slancio mistico e di severa maestà.Nel 1540 un ramo dell’ordine francescano, quello dei Cappuccini , venne a Sarteano a ricercare le memorie del santo. La generosità del sarteanese Angelo Bosti permise la costruzione di un primo convento nei pressi dell’antica chiesetta di San Bartolomeo. In questi ambienti, nel 1575 venne fondato l’Oratorio di San Bonaventura, con il sostegno dei frati Cappuccini nella loro fervente opera di rinnovamento postconciliare. L’oratorio esercitava le opere pie e caritatevoli, come trasportare e tumulare i morti, questuare per i bisognosi, assistere e visitare i malati, come una Misericordia. Il 2 novembre 1862 l’Oratorio di San Bonaventura venne trasformato nella Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di Sarteano che ancora oggi ha come speciale protettore il francescano san Bonaventura da Bagnoregio.Secondo Aggravi si possono individuare ben cinque istituzioni di origine francescana a Sarteano: il convento di San Francesco, il convento di Santa Chiara, il convento dei Cappuccini, l’Eremo del Sasso ed anche l’Oratorio di San Bonaventura, nucleo originario della Misericordia.L’Oratorio di San Bonaventura subì la soppressione granducale delle corporazioni religiose l’8 marzo 1784 ma venne successivamente ripristinato il 19 giugno 1793. Data l’utilità riconosciuta, l’Oratorio riuscì a evitare la successiva ipotesi di chiusura voluta dal governo napoleonico per le corporazioni religiose, con il fine di incamerarne i beni per finanziare le campagne militari francesi in Europa. Con la trasformazione dell’Oratorio di san Bonaventura nella Venerabile Arciconfraternita di Misericordia avvenuto con la costituzione di quest’ultima il 2 novembre 1862, tutti i beni dell’Oratorio, sotto forma di quadri, arredi sacri, poderi e terreni derivanti da eredità e lasciti passarono in proprietà di quest’ultima. Il libro quindi tratteggia la storia particolareggiata dell’ospedale della Misericordia, dalla nascita della prima infermeria ai successivi ingrandimenti del 1907 e del 1926, fino alla ricostruzione post-bellica del 1948.Il  12 ottobre 1907  fu deliberato un notevole ampliamento dell’ospedale demolendo la chiesa dell’Oratorio di San Bonaventura per trasformarla in due cameroni per i ricoverati. Nel 1908 il re Vittorio Emanuele III fece una donazione al comitato “pro erigendo ospedale di Sarteano”. L’ospedale ebbe così impianti all’avanguardia, con una conduttura di acqua calda che riforniva continuamente bagni e lavabi. Ricordiamo anche che contemporaneamente alla gestione dell’ospedale, la Misericordia di Sarteano non rinunciava mai ad aiutare i sarteanesi poveri e le popolazioni bisognose di aiuto.  Ogni anno, nella prima riunione del magistrato della Misericordia, veniva stilato l’elenco delle famiglie sarteanesi povere da sovvenzionare. Nel libro sono ricordati tutti, anche coloro di cui si era forse perduta la memoria.Si ricorda ad esempio il dottor Giovanni Sbaraglini, ufficiale sanitario del comune di Sarteano, componente del magistrato, che il 23 aprile 1910 venne nominato primo direttore dell’ospedale della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di Sarteano, ad acclamazione. E poi tra gli altri, i benefattori l’onorevole Giovacchino Bastogi, l’onorevole Angelo Muratori, il marchese Piero Bargagli, il canonico Clemente Leprini, i fondatori monsignor Emidio Selvani, don Luigi Selvani, don Giuseppe Penci, monsignor Gabriele Citti, e poi Carlo Repetti, Giovanni Fanelli, Luigi e Gabriele Frontini, Domenico Fraticelli, Carlo Vegni, Lorenzo Galgani, Antelmo Fiaschi, don Odoardo Martini, Costanzo Costanzi, don Alfeo Romani, i provveditori Brandimarte Fanelli, Giovanni Bernardini, Modesto Governi, Gaetano Labardi, Venceslao Bacarini, Vincenzo Belardi che fu anche sindaco di Sarteano dopo il passaggio del fronte e diresse la ricostruzione dell’ospedale.

Per chi fosse interessato, che il testo è disponibile presso la segreteria della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di Sarteano.

 

Luca Aggravi, laurea in economia e commercio, tesi in storia economica “I prezzi dei prodotti agricoli a Sarteano dal 1780 al 1835”. Da appassionato di storia locale, ha curato la riedizione delle “Memorie storiche di Sarteano” di Fanello Fanelli, ed ha pubblicato “La venerazione della Madonna del Buon Consiglio a Sarteano”. Ha partecipato alla realizzazione di alcuni testi di storia Sarteanese pubblicando alcuni saggi ne “Il Teatro degli Arrischianti di Sarteano” ed ancora “Papa Pio III – Francesco Todeschini Piccolomini”. Articoli di carattere storico sono stati pubblicati in alcune riviste locali e nel giornale paesano Montepiesi.Ha curato la realizzazione del testo LA RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE “PIERO BARGAGLI” DI SARTEANO 2000-2020 VENTI ANNI DI STORIA. Ha pubblicato LA VENERABILE ARCICONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI SARTEANO Dalla Compagnia dell’Oratorio di San Bonaventura alla costituzione e la fondazione del proprio ospedale.È consigliere nel magistrato della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di Sarteano.