Siena: aggressione all’ospedale; l’Ordine dei medici si costituisce parte civile. Presidente Monaco: “Il nemico è la malattia, non il medico”
“Esprimo a nome dell’ordine dei medici di Siena, tutto il nostro appoggio al collega psichiatra che si è sempre distinto per la sua alta professionalità e dedizione verso i suoi pazienti, che è stato aggredito all’ospedale delle Scotte pochi giorni fa. Un appoggio non solo formale, ma anche sostanziale: come ordine professionale, intendiamo costituirci parte civile, per dare un segnale forte: come medici non vogliamo avere paura dei nostri pazienti ma essere loro alleati.” Ha detto Roberto Monaco presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Siena e segretario della Federazione nazionale dei medici chirurghi e odontoiatri.“Per poter raggiungere questo obiettivo, dobbiamo essere tutti insieme. Operatori della sanità, direzioni aziendali, cittadini e organi di informazione. Medici e operatori sanitari sono garanti di uno dei principi costituzionali come il diritto alla salute che è uguale per tutti senza distinzioni. Fare del male al medico significa ledere un diritto basilare della democrazia di questo paese”.L’ episodio avvenuto a Siena è incredibile, ma non è isolato. Medici e operatori sanitari sono spesso alla ribalta delle cronache perché vittime di attacchi da parte dei pazienti. “La nostra, è un professione di vicinanza: il medico deve stare vicino, accanto al paziente, deve visitarlo e avere con lui un contatto anche fisico. Non è pensabile che il medico debba aver paura dei suoi pazienti: il nemico è la malattia non il medico”.I dati a disposizione parlano chiaro grazie ai sondaggi fatti dalla Federazione nazionale dei Medici e dal sindacato ospedaliero Anaao. Il 65% dei medici ospedalieri sono vittime di aggressioni, di questi il 66 % denuncia aggressioni di tipo verbale che sono quelle più numerose e silenti, perché il medico di fronte a episodi del genere, non si sofferma ma prosegue il suo lavoro e pensa al paziente successivo. A livello nazionale il 32% dichiara nel sondaggio di aver subito aggressioni fisiche, i numeri salgono all’80% quando si parla di servizi di 118, pronto soccorso e guardia medica. I servizi più a rischio sono quelli dei centri di salute mentale e i Serd”.Le aggressioni spesso sono frutto di un forte disagio e per questo La Federazione e gli ordini provinciali stanno lavorando alla formazione per dare utili strumenti ai medici per capire chi hanno davanti e riuscire a fare una rapida analisi per evitare che il disagio sfoci in violenza. “Se da un lato facciamo formazione per dare validi strumenti a supporto dei medici, dall’altro c’è un vuoto normativo. C’è un disegno di legge ancora fermo che dovrebbe tutelare il medico, vorremmo che, in caso di aggressione, partisse la denuncia d’ufficio”.