Siena: Cia, “agnelli e pecorino, allevatori senesi allo stremo. L’appello a Gdo e consumatori: acquistate prodotti di qualità del territorio “

Ristoranti chiusi, agriturismi chiusi, grande distribuzione che preferisce acquistare dall’est Europa, anche in questo periodo di difficoltà. Così a poche settimane dalla Pasqua – sottolinea la Cia Agricoltori Italiani di Siena – crollano le ordinazioni di agnelli allevati in provincia di Siena, e quando vengono acquistati il prezzo riconosciuto dal commercio è circa la metà (3 euro invece di 5-6 euro al chilo) del prezzo minimo di mercato a favore dell’allevatore. Inoltre ci sono caseifici che non ritirano più il latte, che così resta invenduto – anziché essere trasformato in pecorino – e quindi fra i pastori c’è chi pensa anche di buttarlo al macero.   «Situazione molto complicata per l’intero settore ovino senese – sottolinea il presidente Cia Siena, Valentino Berni -, ci stiamo muovendo per avere interventi urgenti a sostegno della filiera con le istituzioni e con la Gdo che invitiamo ancora una volta a rifornirsi dagli allevatori locali, sia per quanto riguarda gli agnelli sia il formaggio pecorino».  «Acquistare dai nostri produttori – aggiunge Roberto Bartolini, direttore Cia Siena – significa aiutare tutto il nostro territorio a sopravvivere, a non abbandonare le campagne e poter contare su alimenti di qualità sulle nostre tavole». Gli allevatori senesi chiedono una mano anche ai consumatori: «I caseifici della Toscana non sono più disponibili a ritirare il latte dal primo aprile. Ma cosa sta succedendo? – si chiede Felice Sanna, allevatore nel comune di Montalcino -. Il Pecorino Toscano Dop pagato a noi 7-8 euro al chilo, viene venduto al banco dalla grande distribuzione a 17-18 euro. Ricordo anche che il latte viene pagato 0,85 euro al litro che non ci permette neanche di far fronte alle spese di gestione. La Gdo, almeno quella italiana, dovrebbe evitare i ricarichi e poi un appello ai consumatori, li invito a comprare italiano e dalle aziende locali del territorio per sostenere la nostra economia. Situazione ancora peggiore per gli agnelli alla vigilia della Pasqua: la Gdo si sta muovendo per importare agnelli dall’Est Europa a prezzi più bassi ma di scarsa qualità, così i nostri restano invenduti. Chiedo alle istituzioni di fare controlli contro le speculazioni».Poi c’è chi con grandi sacrifici e costi importanti riesce a fare vendita a domicilio: «Prima tutto il mio pecorino lo vendevo direttamente in azienda, ai turisti, negli agriturismi e ristoranti della zona – dice Stefano Coveri, produttore di Torrita di Siena – oggi vado a consegnarlo a domicilio, con tutte le attenzioni che il momento ci impone e con grande sforzo fisico. Problemi maggiori per gli agnelli: il grossista non riesce a venderli proprio perché i ristoranti sono chiusi e la grande distribuzione sembra non volerli. Anche in questo caso faccio vendita a domicilio anche se l’agnello è un prodotto particolare e difficilmente si riesce a vendere intero. Con la vendita diretta non ho troppo calo rispetto al passato, anche se il prezzo del prodotto vivo è sceso di circa il 15-20% rispetto allo scorso anno, ovvero 3 euro al chilo mentre in macelleria viene venduto a circa 15 euro».