Siena: Coronavirus; Bruno Valentini (Pd), “ l’ultima dichiarazione del Sindaco De Mossi è una vera provocazione. Noi le idee ce le abbiamo. Ma vanno discusse con pari dignità, come del resto stanno provando a fare in Parlamento, sia pure con risultati alterni”

Da Bruno Valentini, consigliere comunale del Pd di Siena, riceviamo e pubblichiamo

“Sono ancora convinto che nell’ “ora più buia” del nostro Paese sia opportuno smorzare le polemiche, per il bene di tutti. Ma l’ultima dichiarazione del Sindaco De Mossi è una vera provocazione. “Invece di tavoli, portate idee” risponde De Mossi alle minoranze, ed in sostanza anche agli altri Comuni senesi ed alla Provincia che invocano una regia collettiva per impostare politiche di rilancio economico. Non ho particolari rilievi da fare sulla gestione dell’emergenza, anche perchè l’Amministrazione Comunale è una macchina efficiente, la società senese è ben organizzata da sempre, con un tessuto sociale forte ed esteso ed un sistema socio-sanitario valido. Poi, però, ci sono gli eccessi di protagonismo, qualche scivolata come quella sulle mascherine spedite dalla Regione, la mancanza di comunicazione con gli altri Sindaci, i tentennamenti sul Palio da rinviare. Ma quello che soprattutto manca è la capacità amministrativa per una città come Siena, sostituita da un piccolo cabotaggio integrato da una gestione ossessiva del potere e dall’arrendevolezza agli interessi privati. L’emergenza sanitaria finirà, ma come ci rialzeremo? Già l’ultimo anno è stato un anno orribile per il turismo e per l’offerta culturale. Basti citare la mostra che doveva rilanciare l’immagine della città in questo inverno, la rassegna-format su Tex Willer, di terza mano, riciclata da altre città. sapete quanti biglietti ha venduto? Duemila in due mesi. 30 al giorno, tre all’ora, per un fantasmagorico incasso di 16.608 euro, pari a meno della metà delle sole spese della campagna pubblicitaria, senza tener conto dei costi di allestimento, ecc. Si è voluto smantellare la direzione del Santa Maria della Scala e non dare seguito alla progettualità per il Museo Civico. I gruppi che fanno cultura e spettacolo in città sono stati lasciati ai margini. Ad eccezione degli eventi ereditati dalle gestioni passate, gestiti per fortuna in continuità, si è puntato solo alla paccottiglia dei programmi di basso valore, ad attrazione limitata. Roba di cui non rimane niente, che verrà spazzata via dalla crisi epocale da Corona virus. Intanto all’orizzonte si intravedono un Piano della Mobilità che insiste su improbabili gallerie sotterranee e metropolitana di superficie Badesse-Isola d’Arbia ed un “Pianetto operativo”, ovvero uno strumento urbanistico di modeste ambizioni con qualche cedimento alle pressioni privatistiche. Intanto sul bilancio comunale sta arrivando uno tsunami da almeno 10 milioni di euro di mancate entrate, fra tassa di soggiorno, Cosap, parcheggi, multe, ecc. che entro breve ci costringerà a variazioni di bilancio e dovrebbe indurre già da adesso a tagliare spese superflue o comunque non essenziali per concentrare le risorse sulla salvaguardia dei più deboli, del lavoro e sulla ripresa economica. Al Sindaco le minoranze avevano proposto di condividere le responsabilità. Rifiutando questa disponibilità, sarà solo davanti alla più grave crisi dal dopoguerra. Gli conviene? E soprattutto   Siena può permettersi di affrontare la sfida di un cambiamento così grande e radicale senza concertazione sociale e politica? Il  ragionamento di De Mossi sarebbe dovuto essere: “anche se non aveste idee, in un momento come questo è utile per la città che le minoranze (che rappresentano poco meno del 50% degli elettori) partecipino al tavolo delle decisioni strategiche”. E noi le idee ce le abbiamo. Ma vanno discusse con pari dignità, come del resto stanno provando a fare in Parlamento, sia pure con risultati alterni”.