Siena: Covid; capogruppo consiliare Masi (Pd) ,” salvaguardare le piccole attività nella nostra Città.E’ sbagliato insistere con le strutture di vendita medio-grandi. Commercio, artigianato, esercizi pubblici e turismo si sostengono invece alimentando anche  l’indotto locale con la previsione di insediamenti manifatturieri e hitech”

Da Alessandro Masi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, riceviamo e pubblichiamo

“A Siena, sito UNESCO, anche le  piccole attività contribuiscono a un tessuto urbano, “capolavoro di dedizione e inventiva”, costituendo di per  sé un centro commerciale naturale. E il COVID ci deve convincere a rafforzare l’economia urbana ed a contrastare la desertificazione commerciale, con una programmazione che salvaguardi il tessuto commerciale in Città. Invece, il Piano Operativo insiste con  la possibilità di strutture di vendita medio grandi, anche nel centro storico, previsione incompatibile con il sistema socio economico e con i valori identitari e statutari del nostro territorio.Nel recente strumento urbanistico, le nuove destinazioni commerciali non sono giustificate né dall’andamento insediativo dei residenti, che semmai tendono a stagnare o a diminuire (53.922 abitanti al 31.12.2019), né dai flussi turistici (prima del Covid, 524.204 arrivi e presenze pari a 1.103.788);  e neppure dalla localizzazione delle nuove residenze. Oltretutto, gli effetti destabilizzanti di queste previsioni sono comunali e sovracomunali, non tengono conto delle carenze infrastrutturali e delle  difficoltà di accesso alla Città e la loro attuazione viene regolata per la gran parte con interventi diretti, invece che con lo strumento partecipativo del piano attuativo.  Se non si governa l’equilibrio tra grande e piccola distribuzione e si orienta nel consumo alla qualità e alla tipicità, si rischia la sparizione dei servizi di vicinato  nei quartieri e, soprattutto, nel centro storico, abbandonati al “libero mercato” degli affitti, dei conti che non tornano e della concorrenza esasperata, cui si aggiunge la competizione degli acquisti online, che nel Covid segnano anche a Siena la chiusura dell’esperienza del franchising.Non bastano le agevolazioni sulla TARI e per il suolo pubblico, oppure i regolamenti per contrastare il proliferare di esercizi destinati ad un turismo mordi e fuggi, se poi si apre indiscriminatamente ad una grande distribuzione. Così, si rischia un’offerta insostenibile rispetto alla domanda interna.Occorre allora accompagnare l’insediamento e la crescita di nuove attività produttive nell’ambito della manifattura e hitech, per aumentare il reddito, la domanda ed i consumi.Bisogna inoltre rinnovare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, soprattutto in questa crisi Covid, per dire che acquistare e consumare a Siena significa aiutare la nostra Città a non perdere una parte della propria vitalità e vivibilità. Residenti più convinti dei prodotti locali aiuteranno maggiormente la promozione e la vendita anche ai turisti, valorizzando la storia della qualità e del carattere dei nostri prodotti sulle lastre.Il sostegno e la protezione dei piccoli esercizi passa anche da una maggiore attenzione della pianificazione alla dotazione puntuale di standard e servizi, che vuol dire “difesa” della residenzialità e dell’accoglienza, il senso  di ogni politica urbanistica senese.Ma sul punto questa Amministrazione non ci sente”.