Siena: domani 10 febbraio si parla, in un convegno, della vita in carcere e delle riforme necessarie. Partecipano il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val D’Elsa-Montalcino; Anna Carli, presidente della Fondazione D. R. Barnabei; Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio; Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti per la Toscana
“Il braccio della morte. Un magazzino di esseri umani che aspettano di essere uccisi… È difficile credere che possa esistere un luogo più orrendo. Eppure, lo assicuro, è un paradiso rispetto al primo carcere in cui sono stato rinchiuso”. Con queste scarne parole Derek Barnabei descriveva i problemi delle carceri statunitensi. Proprio da qui, dalla situazione carceraria in Italia, riparte l’attività della Fondazione che porta il suo nome. Domani lunedì 10 febbraio , alle ore 17, nel salone d’onore del Palazzo Arcivescovile di Siena, in piazza Duomo, 4, nell’ambito delle iniziative giubilari dell’arcidiocesi, si terrà, infatti, l’evento “PENA E SPERANZA, La vita in carcere, le riforme necessarie”, promosso dalla Fondazione Derek Rocco Barnabei in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa, Montalcino. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di focalizzare l’attenzione sulle tante criticità che coinvolgono le persone che scontano una pena all’interno del carcere ed anche a sostegno della moratoria e dell’abolizione della pena di morte. Un tema di grande attualità soprattutto in vista del prossimo Giubileo dei detenuti che si terrà a dicembre di quest’anno. Intervengono: il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val D’Elsa-Montalcino; Anna Carli, presidente della Fondazione D. R. Barnabei; Mario Marazziti (foto) della Comunità di Sant’Egidio; Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti per la Regione Toscana. “Papa Francesco – spiega il card. Lojudice – ha voluto aprire una porta santa all’interno di un carcere indicando a tutti la strada da percorrere per trasformare i luoghi di detenzione dove coltivare la speranza. Per questo abbiamo deciso, con la Fondazione Barnabei, di iniziare un percorso che ci porterà a vivere a dicembre il Giubileo dei detenuti”. “Il Giubileo dei Detenuti e la collaborazione con l’Arcidiocesi – conclude la Presidente della Fondazione – sono opportunità di riflessione e di impegno per tutti noi, credenti e non credenti, che hanno a cuore la dignità della persona e le finalità previste dalla nostra Costituzione per la pena detentiva, umanamente rispettosa e tale da dare nuovo senso al futuro e da scongiurare scelte personali drammatiche e irreversibili”.