Siena : Dpcm ; Arci, appello per riaprire i circoli, presidi sociali sui territori  

L’Arci provinciale di Siena, con i suoi 95 circoli chiusi nei giorni scorsi a seguito dell’ultimo DPCM per contenere la diffusione del Covid-19, lancia l’appello “Curiamo la socialità” alle istituzioni e ha organizzato presidi nella giornata di  ieri, venerdì 30 ottobre, in diverse zone della provincia. L’iniziativa, promossa dall’Arci a livello nazionale, ha coinvolto i circoli di Abbadia San Salvatore, Colle di Val d’Elsa, Guazzino (Sinalunga), Montallese (Chiusi), Piazze (Cetona), Montepulciano, Murlo, San Lorenzo a Merse e Scalvaia (Monticiano), Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrenieri (Montalcino), Trequanda e Ulignano (San Gimignano). Ieri mattina, inoltre, la presidente dell’Arci provinciale di Siena, Serenella Pallecchi, ha consegnato al Prefetto di Siena, Maria Forte, l’appello, che è già stato sostenuto dall’onorevole Susanna Cenni e dai sindaci dei Comuni di Abbadia San Salvatore, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano Terme, Chiusdino, Chiusi, Montalcino, Murlo, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sovicille, Torrita di Siena e Trequanda.  “Le misure anti Covid dell’ultimo DPCM – si legge nell’appello – comportano la chiusura degli oltre 4mila circoli Arci presenti in tutta Italia fino al 24 novembre. Un colpo durissimo per la nostra associazione, per tutti i suoi soci e socie e per i tantissimi circoli che rischiano in questo modo di non riaprire. Accettiamo con responsabilità la sospensione delle attività culturali, sociali e ricreative, ma chiediamo che venga consentito ai nostri circoli di poter continuare a svolgere la loro funzione essenziale, soprattutto in un periodo di crisi sociale come quella che stiamo vivendo. In particolare, chiediamo che siano consentite almeno le attività previste dallo stesso DPCM per gli esercizi commerciali, quali somministrazione di cibi e bevande ai propri soci, che per i circoli rappresentano l’unica forma di autofinanziamento. I circoli, fin dalla prima riapertura dopo il lockdown, hanno adottato con rigorosità i protocolli anticontagio previsti dalle linee guida nazionali, mettendo al primo posto la tutela della salute pubblica. Adesso riteniamo che le interpretazioni contenute nella circolare del Ministero dell’Interno siano profondamente e incomprensibilmente ingiuste nei confronti della nostra associazione e chiediamo a gran voce una loro revisione”.   “La socialità non è solo un passatempo”, dice Rita Toccaceli Blasi, presidente del Circolo Arci di Sarteano, rilanciando l’appello insieme ad altri presidenti di circoli Arci attivi in provincia di Siena. “Siamo consapevoli della situazione di emergenza in cui ancora ci troviamo in tutta Italia – afferma anche Martina Anselmi, del Circolo Arci di Vescovado di Murlo – e non chiediamo di essere privilegiati rispetto ad altri, ma solo di poter continuare a far parte della quotidianità dei nostri soci. A Vescovado di Murlo, il Circolo Arci è parte viva e vitale del paese e chiuderlo significa perdere un pezzo della quotidianità per molte persone. Stavamo rialzando la testa adesso. Con fatica, impegno e grande senso di responsabilità, riuscivamo a essere ancora il luogo in cui vecchie e nuove generazioni trovavano il loro luogo di riferimento. Questo è quello che vogliamo continuare a fare per la nostra comunità”. A lei si unisce Andrea Franci, Circolo Arci Ruffolo, Siena, che dice “l’emergenza sanitaria è ancora preoccupante e da tenere sotto controllo, ma è eccessivo e ingiusto chiudere la somministrazione nei circoli Arci, già attenti a sanificazione e sicurezza, lasciando aperte altre strutture a fini commerciali”.