Siena: Festival della Salute; Vittorio Gasparrini(Commissione regionale bioetica) ,”la solitudine dei pazienti in ospedale e nelle Rsa: una questione etica”

Il lockdown totale della scorsa primavera e la seconda ondata di contagi che l’Italia sta affrontando in autunno con le nuove limitazioni previste dai Dpcm hanno riportato nuovamente sotto i riflettori la problematica della limitazione agli spostamenti, anche all’interno del territorio comunale nelle zone rosse, e dell’isolamento. Un aspetto al quale è collegato strettamente il tema della solitudine: non solo di chi è costretto a passare giornate intere in casa, ma anche e soprattutto dei pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere e degli ospiti delle Rsa.La lontananza dai propri cari, l’impossibilità di ascoltare una parola di conforto dal letto di un ospedale, sono una problematica che implica ragioni etiche e che non va sottovalutata, come ha spiegato Vittorio Gasparrini, funzionario di supporto organi e organismi consiliari della Regione Toscana. L’occasione è stata il talk show “Il male della solitudine” nell’ambito del Festival della Salute  in corso a Siena. Gasparrini, membro della commissione regionale bioetica, un organismo consultivo e multidisciplinare che fornisce supporto e pareri all’assessorato alla sanità, ha posto l’accento sulle morti in solitaria in ospedale o nelle strutture per anziani dove molto spesso si sono sviluppati focolai: “Ce ne siamo occupati in due pareri sull’emergenza Covid-19 in cui si prendeva in considerazione l’aspetto della solitudine in ospedale e nelle RSA, dove si vive una tragedia permanente perché non è che l’ospite guarisce e poi esce”.La soluzione individuata “è stata quella del potenziamento dei mezzi di comunicazione elettronica anche per gli anziani, nonostante problemi oggettivi come ad esempio la vista o l’udito – ha spiegato Gasparrini -. L’uso razionale delle risorse tecnologiche è infatti una possibile soluzione, poiché bilancia presenza fisica e potenziale informatico. L’introduzione di Zoom nelle carceri ha permesso a un detenuto marocchino di vedere la sua famiglia che non poteva permettersi il viaggio fino a Livorno. Lo stesso può accadere per un ospite delle RSA con la sua famiglia lontana e impossibilitata a fargli visita: è una potenzialità che dobbiamo sfruttare e la pubblica amministrazione deve fornire incentivi anche di natura economica alle strutture sanitarie”.