Siena : gestione dei boschi ; le preoccupazioni di Legambiente
Legambiente Siena interviene, con una nota , nel dibattito accesosi negli ultimi mesi sulle norme che regolano la gestione del patrimonio boschivo nella regione. “La decisione del dicembre 2021 da parte della Regione Toscana di semplificare l’operato di chi opera in aree attualmente soggette al vincolo paesaggistico nazionale (Codice dei Culturali e del Paesaggio) dove il vincolo non deriva da particolari esigenze di tutela del patrimonio boschivo appare – sottolinea la nota – una scelta motivata da due considerazioni condivisibili: -far pronunciare i Ministeri competenti in materia una volta per tutte su una questione assai complessa; -evitare che normali interventi legati al taglio colturale dei boschi (già regolati dall’art.47bis della legge forestale regionale) subissero un aggravio burocratico che non entrava nel merito degli interventi stessi (stante la limitata competenza tecnica in materia da parte delle Sovrintendenze). La stessa decisione è tuttavia da ritenersi rischiosa per vari motivi: 1) fa seguito ad altre analoghe decisioni che, a partire dal 2018, hanno ridotto di fatto il vincolo paesaggistico sul patrimonio boschivo regionale (es. sui terreni divenuti boschivi ma che tradizionalmente erano stati agricoli, su quei terreni posti lateralmente alle infrastrutture esistenti, etc). Tutto questo per assecondare la crescente domanda di biomasse che sono anche utili all’interno della “transizione ecologica”, ma che non possono essere giudicate una priorità su cui puntare; 2) Il livello dei controlli sul territorio è fortemente calato negli ultimi anni, sia come qualità che come frequenza. Il trasferimento del CFS all’Arma de Carabinieri ha visto una forte ondata di pensionamenti di personale esperto non adeguatamente rimpiazzato. Quello attualmente attivo non è spesso in grado di intervenire puntualmente nei luoghi dove si registra la mancata osservazione delle norme vigenti da tempo, soprattutto all’inizio dei lavori; 3) a tutto questo si aggiunge il massiccio impiego di ditte esterne alla Toscana, i cui responsabili non conoscono bene la normativa che sono chiamati a rispettare, ed i cui operai non hanno spesso formazioni professionali adeguate. Se poi qualcosa va male troppe ditte falliscono o risultano irreperibili. Gli Enti pubblici devono quindi – conclude la nota – impegnarsi ad investire maggiormente in controlli, prevenzione e formazione degli addetti al settore forestale, che svolge un ruolo economicamente importante, ma paesaggisticamente altrettanto (se non più) strategico. E promuovere con più decisione le certificazioni di qualità forestale sostenibile (PEFC e FSC).”