Siena: lettera centri antiviolenza a Procuratore della Repubblica  Salvatore Vitello , al Presidente del Tribunale di Siena  Roberto Maria Carrelli Palombi di Motrone  e al Prefetto di Siena  Armando Gradone  per dare attuazione all’iniziativa assunta a Trento per allontanare da casa i maltrattanti e non più le donne e i bambini

“Nel periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, anche le donne che subiscono una situazione di maltrattamento sono in isolamento in casa, aumentando, purtroppo, la probabilità di subire violenza domestica, non solo su di loro ma anche sui propri figli. Dai dati registrati e resi noti dai Centri antiviolenza toscani, emerge una diffusa diminuzione delle chiamate per richiedere aiuto: il 50 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Uno degli elementi che non incentiva la denuncia della propria condizione è la paura di dover abbandonare la propria casa in un momento così complesso, a causa delle restrizioni che tutti noi stiano osservando scrupolosamente.  I centri antiviolenza raccomandano di non abbassare in alcun modo l’attenzione al fenomeno e ipotizzano un forte aumento delle richieste di aiuto e protezione, appena  l’emergenza sarà passata e le donne potranno tornare a uscire di casa. Ma questo non può bastare, serve intervenire subito, ricordare alle donne che possono rivolgersi al 1522 oppure ai CAV (Centro Anti Violenza) delle aree di residenza. Per proteggere le vittime ci pare interessante richiamare anche l’iniziativa assunta dalla Procura di Trento, che ha emanato un provvedimento con il quale sollecita a dare attuazione a quanto già previsto dal nostro ordinamento, ovverosia ad allontanare da casa i maltrattanti e non più le donne e i bambini: la legge 154/2001 ha, infatti, precisato condizioni e criteri di applicazione di questo istituto, che la norma identifica come “ordine di protezione”. La Procura di Trento si è dichiarata pronta a intervenire tempestivamente sulle segnalazioni di forze dell’ordine e di polizia locale. Nel periodo così delicato che stiamo vivendo, riteniamo possa essere utile che anche la Procura di Siena adotti un provvedimento simile, al fine di rimuovere uno dei possibili ostacoli alla denuncia della violenza subita. La paura delle donne a denunciare è amplificata dalla convivenza forzata ed è indispensabile, perciò, che esse abbiano risposte non contradditorie, di sostegno e capaci di comprendere le loro difficoltà”.

La lettera è firmata da:

Associazione Donna chiama Donna Centro antiviolenza di Siena, Associazione Amica Donna Aps Centro antiviolenza Valdichiana senese, Associazione Donna Amiata Vald’orcia Centro antiviolenza dell’Amiata Vald’Orcia, Associazione Donne insieme Valdelsa Centro antiviolenza della Valdelsa senese, Associazione Archivio Udi provincia di Siena, ANPI Siena, ARCI Siena, Atelier Vantaggio Donna, AUSER Siena, Centro culturale delle donne Mara Meoni, CGIL Siena Dipartimento pari opportunità, Donne Democratiche di Siena,  Giovani Democratici Siena, Movimento Pansessuale Arcigay Siena, Nonunadimeno Siena