Siena: Mps ; sindaco De Mossi ,rispondendo a una interrogazione di Valentini (Pd), “la sorte definitiva di Mps dipende da Roma, e le istituzioni che hanno lavorato insieme, hanno almeno permesso di prendere fiato. Ma noi abbiamo un convitato di pietra che si chiama Bce”

“La sorte definitiva di Mps dipende da Roma, e le istituzioni che hanno lavorato insieme, hanno almeno permesso di prendere fiato”, a dirlo il sindaco di Siena Luigi De Mossi rispondendo a una interrogazione presentata dal consigliere comunale del Pd Bruno Valentini a proposito di una dichiarazione del primo cittadino sulla vendita di Mps a una banca straniera. Il sindaco in proposito ha chiarito di essere intervenuto “sul passaggio in cui il Presidente della Regione parlava di “altre alternative” e spiegato che abbiamo fatto un’operazione insieme ad altre istituzioni, tutti insieme, che ha consentito di evitare la vendita a Unicredit in quel momento, perché Unicredit ha continuato ad alzare l’asticella in continuazione”. De Mossi ha dunque sottolineato che è intervenuto sull’argomento perché “non è soltanto un problema della città di Siena, o della  Toscana, visto che si tratta della prima azienda regionale per numero di occupati. E’ stata alzata l’asticella perché legata a tutta una serie di vicende italiane, nemmeno più solo senesi.Un’alternativa potrebbe essere quella vendita, le opzioni sono moltissime, perché noi non abbiamo più la mano su questa partita, visto che la Fondazione Mps ha una percentuale bassissima di proprietà in ordine alla Banca. Quindi noi dobbiamo essere agili nel comprendere quello che possiamo fare. Certo che la prima opzione è quella di cercare di mantenere una Banca di medie dimensioni sul nostro territorio, ma noi abbiamo un convitato di pietra, e lo sa perfettamente, che si chiama Bce. Noi dipendiamo da questa situazione. Non abbiamo il tocco magico per tutto questo>>.  Il sindaco ha infatti ricordato che, in caso di vendita,  nelle prime riunioni effettuate, c’erano sempre anche  Giani e Franceschelli  aveva chiesto di <<avere una partecipazione significativa nella controllante ; ci avrebbe permesso  di sapere cosa accade su marchio, occupazione, indotto e opere d’arte del Monte. All’epoca era il settembre dello scorso anno, con l’indennizzo 120 milioni, poi diventati 150,  avremmo avuto lo 0,7% di Unicredit. Sembra poco, ma avere questo 0,7% nella controllante significava sapere il futuro del Monte dei Paschi.Queste scelte purtroppo non competono più alla Fondazione o al Comune, la sorte definitiva di Mps dipende da Roma, e le istituzioni che hanno lavorato insieme, hanno almeno permesso di prendere fiato. Fortunatamente grazie all’attività del Governo, della Regione e della Provincia e grazie anche a questa Amministrazione, siamo riusciti, perlomeno, a ritardare alcune operazioni”. Infine il primo cittadino ha ribadito che <<in futuro non ci sarà più una banca pubblica, ma controllata dai privati e quei soldi ricevuti come indennizzo possono permettere, però, di avere una partecipazione in quella banca regionale o nell’istituto che dovesse acquistare Mps>>.  Nella replica Valentini ha ricordato che <<la mozione unitaria approvata dal consiglio comunale sulla vicenda Mps è un atto su cui è stato compiuto da parte di tutti uno sforzo per individuare un minimo comun denominatore. Discostarsi da questa linea come fa il sindaco è pericoloso. Ad esempio ipotizzare di mettere i150 milioni del risarcimento transattivo in una partecipazione azionaria nella futura banca, che è contraria allo statuto della Fondazione, e che nemmeno il Ministero permetterebbe, ci porterebbe da un’atra parte>>. Il consigliere  del Pd ha poi sottolineato: <<Quando il consiglio comunale, a fine settembre, ha preso una posizione, questa dovrebbe far superare le posizioni singole ed evitare fughe in avanti. Teniamo ferma questa posizione: non spetta a noi individuare altre soluzioni, bensì difendere la mozione unitaria votata dal Consiglio Comunale, anche nei confronti di chi, come i burocrati del Ministero insistono a dire che non ci sono alternative alla vendita e alla privatizzazione di Mps>>. Valentini infine si è detto <<non soddisfatto>> della risposta del sindaco che <<va in un’altra direzione rispetto alla posizione raggiunta faticosamente, ma positivamente, come consiglio comunale e come comunità senese>>.