Siena: prima udienza del ricorso al decreto penale di condanna per ex sindaco di Pienza Fabrizio Fè e tecnico comunale Riccardo Fè, condannati per non aver adottato  gli interventi necessari per la sicurezza e la conservazione della pianta monumentale denominata “Quercia delle Checche”

Dall’Associazione “Opera Val d’Orcia” riceviamo e pubblichiamo

“Questa mattina alle 9.30 si è tenuta presso il Tribunale di Siena l’udienza relativa al ricorso presentato avverso alla condanna inflitta dal Tribunale di Siena in data 24 maggio 2019. E’ stata presentata costituzione de parte civile dall’avvocatessa Catia Buiarelli in rappresentanza di Italia Nostra Siena, in qualità di associazione ambientalista legittimata in quanto riconosciuta a livello nazionale  e capofila delle associazioni e dei gruppi che dal 2014 si sono poste a salvaguardia dell’albero secolare della Val d’Orcia, la cosiddetta “Quercia delle Checche”.. Il Pubblico Ministero ha inoltre prodotto l’elenco dei propri testimoni tra i quali compaiono l’agronomo Danile Zanzi, e l’allora coordinatrice dei gruppi locali Nicoletta Innocenti. Tra le associazioni compartecipi alle iniziative di salvaguardia infatti oltre a Italia Nostra Siena, era presente Club Unesco Siena, Legambiente Circolo Terra e Pace e il movimento popolare “SOS Quercia delle Checche” che,dopo il crollo della seconda maestosa branca, si è trasformato nell’associazione “Opera Val d’Orcia” per poter intervenire a tutto campo anche nelle forme legittimate dalla legge. SOS Quercia delle Checche ha infatti svolto, oltrechè il coordinamento con le altre associazioni, in sinergia con Italia Nostra ha esercitato un ruolo attivo e propositivo nei confronti del Comune di Pienza, Prefetto, Regione Toscana, Soprintendenza e del Ministero dei Beni Culturali. Tale costante attività, soprattutto le puntuali sollecitazioni nei confronti del comune di Pienza (mai raccolte dallo stesso) in ragione di pareri e relazioni tecniche, che inducevano a ritenere che in assenza di interventi di sostegno alle branche primarie l’albero avrebbe subito gravi danni, produsse poi il percorso autonomo delle Associazioni nei confronti del MiBACT che ne riconobbe la validità ed elaborò il Decreto di primo Monumento Verde d’Italia per la Quercia delle Checche. Era il giugno del 2017. Il Comune di Pienza nonostante detenesse già la proprietà dell’area e fosse legittimato ad intervenire e nonostante le sollecitazioni (prima tra tutte la relazione Zanzi del 2015 commissionata dal comune che dichiarava lo stato di rischio grave e indicava la necessità di interventi urgenti) non agì a sostegno e salvaguardia dell’albero monumentale e nell’agosto del 2017 crollò rovinosamente la seconda branca, riducendo di circa un terzo lo straordinario volume dell’albero.A fronte di tale evento il sindaco Fè presentò denuncia nei confronti dei volontari che negli anni si erano presi cura dell’area in cui ha sede la matriarca della Val d’Orcia, cosa che apparve ai più non solo priva di consistenza ma un gratuito atto aggressivo nei confronti di associazioni che avevano sempre agito raccordandosi con le istituzione e che semmai avevano supportato l’amministrazione comunale senza nulla chiedere in quelle attività nei confronti della Quercia delle Checche in cui il comune era latitante (tenere pulita l’area, tagliare l’erba, fornire di breccia il parcheggio, invitare con appositi cartelli i visitatori al rispetto e alla cura, pacciamare ecc…). Tale denuncia è stata archiviata ma il Tribunale di Siena ha ritenuto piuttosto che si ravvisassero nel comportamento del sindaco Fabrizio Fè e del responsabile dell’Area Tecnica Riccardo Fè omissioni nel non aver adottato gli interventi necessari per la sicurezza e la conservazione dellabellezza naturale costituita dalla pianta monumentale, pur essendo gravati dal relativo obbligo giuridico previsto tra l’altro dall’art. 30 Dlgs 42/2004. A fronte di ciò è giunta la condanna nel maggio 2019 e successivamente il ricorso da parte dei soggetti che hanno subito la condanna in prima istanza. A fronte di ciò ancora la Quercia delle Checche, nonostante le innumerevoli sollecitazioni di Opera Val d’Orcia e delle associazioni ambientaliste del territorio non è ancora tutelata e salvaguardata da un adeguato Comitato Tecnico Scientifico e il nuovo sindaco Manolo Garosi non ha ad oggi attivato nessun ponte nei confronti di un diverso modo, non aggressivo e più collaborativo di affrontare il problema della gestione della Quercia delle Checche. Le associazioni attendono da circa 4 anni la risposta alla PEC con la quale si proponeva un Protocollo d’Intesa tra comune e associazioni, oggi rappresentate da Opera Val d’Orcia, per la gestione gratuita e volontaristica dell’area. Protocollo sollecitato già a suo tempo da MiBACT e Soprintendenza per attività che i volontari svolgono da sempre”.