Siena: riapertura scuole; Psi, “modello organizzativo toscano vincente può essere esportato in tutte le regioni”

Dopo due mesi di stop l’11 gennaio è ripartita la Scuola Secondaria di Secondo grado in “presenza” ridotta al 50%. Il Partito Socialista Italiano – Federazione di Siena, “avendo a cuore la formazione degli studenti senesi e toscani, è attento e vigile- ricorda una nota –  riguardo alle dinamiche di gestione che sono state messe in campo per la riapertura in sicurezza delle scuole superiori.  La Regione Toscana ha puntato fortemente su questo rientro dotando le provincie di mezzi, vigilanti della Protezione Civile alle fermate dei mezzi di trasporto per un controllo attento dei flussi di studenti sugli autobus di linea.  Questo, a nostro parere, è un modello organizzativo che si è rivelato vincente, frutto della sinergica collaborazione tra prefetture, uffici scolastici regionali, dirigenti scolastici e provincie che sono legate ognuno al territorio di riferimento ed il Partito Socialista Italiano – Federazione di Siena auspica che possa essere esportato a tutte le regioni italiane dato che l’obiettivo massimo, a nostro parere, dovrà essere la riapertura al 100% delle Scuole Superiori. Questo comporterà una “visione a lunga durata” della organizzazione poiché c’è la necessità di far fronte ad una epidemia e ad una emergenza sanitaria da Covid-19 più lunga del previsto. La Regione Toscana ha le capacità organizzative per poter essere da modello all’Italia e questo deve incentivare gli amministratori locali a continuare sulla strada già traccia che si è mostrata come la più efficace e la più efficiente. Nella Regione Toscana gli studenti che frequentano le scuole superiori di secondo grado, sono oltre 152.000, ma se da un lato il 50% di loro ha visto varcare i cancelli delle proprie scuole, il resto è a casa con la DAD, ed è dunque necessario che l’obiettivo sia il rientro in classe dell’altro 50%, ponendo come modello organizzativo quello già implementato e perfettamente funzionante.  Va ricordato che la fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni è quella con più alto rischio di dispersione scolastica ed il rientro in classe di tutti consentirebbe certamente di sopperire a questa piaga pluridecennale legata alla formazione, senza tenere conto degli episodi di autolesionismo, aggressività o auto isolamento di cui stanno dando notizia, proprio in questi giorni, molti neuropsicologi e psicologi dell’età evolutiva. I ragazzi stanno vivendo momenti drammatici, hanno sempre più difficoltà ad instaurare con i pari relazioni positive, si stanno moltiplicando momenti di anarchia e violenza in strada tra i giovanissimi, inoltre si stanno verificando varie forme di autolesionismo che si stanno diffondendo tra i più giovani. La scuola, dunque, a nostro parere, può e deve essere il luogo della cultura, ma anche e soprattutto il luogo dove l’adolescente trova un rifugio e un punto di riferimento. Questi campanelli d’allarme non vanno ignorati e la politica deve far sì che i ragazzi possano avere una vita il più equilibrata possibile dove la scuola possa tornare al centro del loro mondo e della loro esistenza.”