Siena: vertenza Trigano; Fiom-Cgil, “l’accordo di prossimità frena la stabilizzazione dei precari, ecco perché non lo abbiamo sottoscritto”.

La FIOM CGIL di Siena ha replicato a quanto apparso sugli organi di stampa locali in questi giorni sulla situazione della camperistica valdelsana. “In prima battuta, in riferimento all’accordo sottoscritto a luglio, non dalla FIOM, in Trigano, crediamo sia giusto far capire a chi legge – dice una nota del sindaco – che l’accordo di prossimità di cui si parla altro non è che una deroga in peggio di quanto previsto dalle disposizioni di legge e in questo caso specifico in merito alla durata del contratto dei lavoratori a tempo determinato.Per i lavoratori con contratto a termine che lavorano in Trigano infatti, il decreto dignità prevedeva che dopo 24 mesi di lavoro a tempo determinato l’Azienda dovesse provvedere alla stabilizzazione a tempo indeterminato.Con l’accordo di prossimità non sottoscritto dalla FIOM, invece, chi ha firmato quell’accordo ha concesso all’Azienda la possibilità di prolungare ampiamente oltre i termini previsti dalla legge il periodo di utilizzo di lavoratori a tempo determinato. Quei lavoratori che invece avrebbero dovuto e potuto essere assunti stabilmente in Trigano a tempo indeterminato.  E se pensiamo che oggi senza quei 40 lavoratori, purtroppo ancora precari, l’Azienda non sarebbe in grado di soddisfare la produzione giornaliera richiesta, è ormai evidente che le condizioni per stabilizzare tutti quei lavoratori ci fossero allora come continuano a permanere ora.  Continuiamo quindi a sostenere le nostre ragioni che ci hanno portato a non firmare quell’accordo, perché laddove esistono situazioni di crisi oggettiva la FIOM CGIL non si è mai tirata indietro nel gestirle, ma quando invece ci sono le condizioni per stabilizzare i lavoratori, offrendo loro un futuro con maggiori certezze, non accettiamo di peggiorare le poche garanzie in tema di lavoro che ancora offre la legge- conclude la nota della Fiom – per concedere alle Aziende la possibilità di continuare a fare flessibilità con i lavoratori mantenendoli nel precariato pur essendo indispensabile il loro apporto per portare avanti la produzione giornaliera”.