Sinalunga: a Boston per un anno la neo-laureata Giulia Sprugnoli per la sua specializzazione di radiognostica. Ma spera di poter lavorare in Italia anche se il suo nome è stampigliato a caratteri cubitali nella rivista scientifica americana Science Advances

Di Massimo Tavanti

“Mai avrei pensato di iscrivermi a medicina, poi leggendo alcuni libri di Freud mi sono appassionata alla “ mente umana”  e da li ho cambiato completamente idea e ho deciso di fare il test per entrare nella facoltà, che è andato a buon fine”. Racconta così il suo approccio alla specializzazione di medicina-chirurgia,la neo-laureata Giulia Sprugnoli di Sinalunga, che durante il  corso di specializzazione in radiodiagnostica a Parma, ha avuto la possibilità di effettuare un periodo di formazione all’estero che sta svolgendo all’Ospedale BethIsrael Deaconess Medical Center di Boston. “E’ per me una grande soddisfazione e credo che questa esperienza mi torni utile per l’attività che andrò a fare. Il mio progetto principale –  aggiunge – riguarda lo studio dei cambiamenti di connettività funzionale di pazienti con tumore encefalico prima e dopo chirurgia; un progetto per il quale sto collaborando anche con un altro Ospedale, il Brigham and Women’s Hospital, sempre a Boston. Non è facile abbandonare completamente i tuoi ritmi di vita, la cucina, gli amici. Mi tratterrò qui in America per un anno intero e sarà davvero dura; per l’affitto dell’appartamento pago quattro volte di quanto spendevo a Parma. Oltra alla lontananza fisica c’è anche il problema del fuso orario per cui, quando alla sera lascio il laboratorio e sarei libera di parlare, in Italia tutti dormono già da un pezzo e i mezzi di comunicazione sono utili ma non possono fare miracoli. Spero proprio di poter lavorare nel mio Paese – continua – perché è molto triste sapere che in 9 casi su 10 chi vuole fare la ricerca debba spostarsi  fuori; vorrei non doverlo fare anche io. Una cosa curiosa – racconta – è quella che ho intrapreso la specializzazione in radiodiagnostica, una materia nella quale all’esame universitario ho preso il voto più basso tra tutti. Non avrei mai pensato di percorrere la strada dello studio del cervello da un punto di vista radiologico – conclude –  ma come si dice , mai dire mai. Intanto arrivano le prime soddisfazioni: il nome di Giulia stampigliato a caratteri cubitali nella rivista scientifica americana Science Advances, che approfondisce le tematiche studiate dalla nostra ricercatrice. Alla domanda su quali possono essere gli obbiettivi futuri, Giulia è molto chiara: “vorrei riuscire a coniugare il lavoro sia come clinica di base che come ricerca con tutto il resto: gli amici, una famiglia. Spesso in questo campo il lavoro diventa totalizzante e non vorrei che succedesse.”