Sinalunga: il cantautore Colapesce e gli attori Riccardo Goretti e Stefano Cenci inaugurano la nuova stagione del Teatro Comunale “Ciro Pinsuti”

Comicità, divertimento, musica, ma anche un’acuta riflessione sulle infelicità dei nostri tempi. Lo spettacolo Stanno tutti male inaugura – venerdì 22 alle ore 21, la nuova stagione del teatro Comunale “Ciro Pinsuti” di Sinalunga – e ne riassume, almeno in parte, la direzione.  È infatti un cartellone all’insegna della leggerezza quello proposto dal nuovo soggetto gestore Fonderia Cultart e dal direttore artistico Gherardo Vitali Rosati. Una linea apprezzata dai cittadini, tanto che dopo la presentazione ufficiale del 20 ottobre, sono stati sottoscritti oltre 80 abbonamenti, quasi il doppio rispetto alla precedente stagione, un incremento che sottolinea il desiderio di partecipazione e l’ottima sintonia che si è creata con il Comune e le associazioni del territorio, richiamata anche dal titolo del  cartellone: Benvenuti a casa vostra!.Stanno tutti male – Studio collettivo sull’infelicità individuale,è uno spettacolo irriverente dei tanti mali che affliggono ognuno di noi, un lavoro fra musica e teatro che vede insieme sul palco il cantautore Colapesce e gli attori Riccardo Goretti e Stefano Cenci. “Sto male – dichiarano gli artisti – può voler indicare un problema reale, o anche un disagio mentale, può voler significare “non mi sento al 100%”, ma neanche al 50, ma a volte neanche al 10. Può voler significare “ho mangiato troppo”, “ho bevuto troppo”, “ho dormito troppo”… oppure anche troppo poco”. Ci sono domande importanti dietro lo spunto iniziale di questo lavoro: “La nostra società sta bene o sta male? E i singoli individui stanno bene o male? È poi possibile che stiano bene gli individui di una società che sta male?”. Ma, dicono gli artisti, “noi ci sentiamo più che altro dei ritrattisti, anzi forse caricaturisti, ci interessa dar voce a questo benedetto uomo contemporaneo, sentire in cosa crede, di cosa ha paura, cosa lo fa stare bene e cosa male e possibilmente riderne, riderne molto, smisuratamente”.