Toscana : agricoltura; Neri (Confagricoltura),“il nostro settore si è confermato primario e ha retto alla crisi meglio di altri. In difficoltà le attività vitivinicole d pregio, i vivai, le imprese lattiero-casearie e di produzione carne e gli agriturismi”

Nell’anno nero 2020, in Toscana l’agricoltura ha retto alla crisi meglio di altri comparti, confermando il suo ruolo di settore primario dell’economia. Le imprese agricole della regione hanno registrato un fatturato in calo del 10-20%. Quelle che hanno saputo resistere hanno una struttura solida e ben organizzata, ma sono solo il 20% del totale. Per questo Confagricoltura Toscana sollecita a investire per consolidare e strutturare sempre di più le imprese. “Con la pandemia tutti si sono resi conto dell’importanza del ruolo dell’agricoltura: siamo un settore primario e lo hanno capito anche i più distratti – commenta il presidente Marco Neri – Le imprese inserite in un’economia di mercato hanno affrontato la crisi meglio: si tratta di aziende strutturate, non familiari, composite, che possono contare su strumenti per confrontarsi con i mercati internazionali ed essere competitive.” Da qui l’invito agli amministratori e ai legislatori nazionali e regionali: “Occorre creare le condizioni per far sì che le aziende abbiamo i requisiti di competitività necessari, le future misure legislative e i nuovi piani di sviluppo devono incentivare la creazione di aziende strutturate, imprese produttive che assumino manodopera e si possano confrontare a livello internazionale”.All’interno delle imprese agricole, secondo la fotografia scattata da Confagricoltura Toscana, il quadro è diversificato. Per i produttori “classici” di grano, olio, ortaggi, l’anno è stato “meno peggio” del previsto. Le attività più in difficoltà sono quelle vitivinicole, in particolare quelle che producono vini di pregio perché enoteche ed export sono fermi (la grande distribuzione invece ha retto); i vivai, che soprattutto in Toscana soffrono dei blocchi commerciali internazionali, che rappresentano il 70% a volte il 90% del fatturato; le imprese lattierocasearie e di produzione di carne, in particolare il comparto dei suini, che risente del calo dei prezzo conseguente alla peste suina in Germania. Anche gli agriturismi sono in stallo: l’inverno è solitamente stagione di prenotazioni, ma ora sono tutte sospese e anche la ristorazione in agriturismo è ferma. “Per il 2021 auspichiamo che il vaccino anti Covid cominci a fare sentire i suoi effetti, riprendano gli scambi e il turismo internazionali” conclude Neri.