Toscana: autismo;Scaramelli (IV), “un punto di inizio per la corresponsabilità dell’attuazione in ogni territorio”la risoluzione votata all’unanimità dal Consiglio regionale

“Un punto di inizio da cui vorrei che partisse, in ciascuno di noi, la corresponsabilità dell’attuazione in ogni territorio. Fuori le bandiere dei partiti, dentro la responsabilità personale. La Toscana adesso ha un testo molto avanzato, frutto di un approfondimento condotto da un gruppo di lavoro tecnico-politico che si è interfacciato con il mondo dell’associazionismo, che apre la strada alla possibilità per le persone con disabilità e autismo autonomia al pari di ogni altra persona”.  Così Stefano Scaramelli (Italia Viva), presidente della commissione Sanità, commenta il significato e l’obiettivo della risoluzione votata all’unanimità dal Consiglio regionale. La risoluzione è nata in seguito alla manifestazione che ha visto sfilare per le vie di Firenze oltre 1500 persone. “Poter vivere una vita autonoma nell’ambito di un percorso di valorizzazione individuale è – continua Scaramelli – l’obiettivo della risoluzione. Volevamo dare una risposta alle persone che convivono con l’autismo. Una disabilità che rappresenta un ostacolo al vivere sogni, emozioni, desideri e realizzare il proprio percorso di vita. Volevamo, insieme alle associazioni, dare una risposta per ridurre questo ostacolo, con percorsi individualizzati, in un processo di autodeterminazione. Non vogliamo istituire percorsi riabilitativi nei territori, ma abilitativi, cioè misurandosi, come istituzioni toscane, per consentire di migliorare la qualità della loro vita”. Nella risoluzione si impegna la Giunta ad “avviare su tutto il territorio regionale la predisposizione dei progetti individuali per le persone con disabilità”, compreso l’autismo, “così come previsto dalla legge”, e ad “intervenire con le Asl e le articolazioni socio-sanitarie territoriali per la piena applicazione della delibera di Giunta n. 1449/2017”, relativamente al “percorso di attuazione del modello regionale di presa in carico della persona con disabilità”. Presa in carico che prevede la definizione del progetto di vita e del budget salute. Quest’ultima indicazione serve a “dare il segno di un reale cambiamento culturale in merito al concetto di ‘progetto individuale di vita’quale prodotto di un processo di diagnosi multidimensionale, valutazione e programmazione condivisa”che è necessario a promuovere “tutte le opportunità di formazione, abilitazione, apprendimento, partecipazione delle persone con disabilità e autismo”, in ogni fase della vita e in ogni situazione (dalla scuola all’età adulta). Solo attraverso questo percorso, infatti, si può “consentire loro di utilizzare pienamente le risorse culturali e sociali della comunità”e di inserirsi in processi lavorativi, accedere a soluzioni abitative inclusive e non “custodialistiche”e sostenere e potenziare la rete delle loro “relazioni personali e affettive”ed esprimere i loro “talenti, preferenze e desideri”. Alla Giunta si chiede anche di impegnare i soggetti pubblici del sistema (Asl, Comuni, Società della salute) a concertare progetti di formazione e occupazione con le organizzazioni del terzo settore, le istituzioni scolastiche, agenzie formative, Università e categorie economiche; a promuovere e sostenere progetti abitativi inclusivi; a monitorare, con il supporto dell’Ars e del suo Osservatorio dell’Autismo, “la qualità e i risultati dei percorsi abilitativi, riabilitativi e terapeutici”, mantenendo un costante confronto con le associazioni e le famiglie.