Toscana: batterio New Delhi; nuovo decesso a Siena. Capogruppo regionale FI Marchetti , «propagazione preoccupante dal nord al sud della Toscana.La Regione ha taciuto e sottovalutato, grave responsabilità politica»

«No a minimizzazioni sul nuovo decesso plausibilmente correlabile a infezione da superbatterio New Delhi avvenuto al policlinico Le Scotte di Siena: è il primo in Asl Sud-Est, segno di una propagazione esattamente compatibile con la capacità di diffusione del contagio che la letteratura scientifica attribuisce a questo batterio in grado di produrre un enzima che idrolizza la classe di antibiotici carbapenemi sin qui utilizzati per abbattere le infezioni e le batterie mie antibiotico resistenti come la Klebsiella pneumoniae e considerati come ultima risorsa. Se la Regione e la Asl Nord-Ovest si fossero attivate quando l’allarme per i focolai toscani è partito a livello nazionale da parte del ministero della salute, nel maggio scorso, e a livello transfrontaliero da parte dell’Istituto superiore di sanitàil 6 giugno scorso probabilmente si sarebbe riusciti a contenere i focolai solo all’interno dei primi 9 ospedali dove erano stati accertati. O forse no? Non lo sapremo mai. Sta di fatto che con questa condotta opaca e rallentata da parte della Regione, che ha emesso il primo decreto solo a fine luglio, il 26, oggi il contagio dalla sola Asl Nord-Ovest si è esteso a tutta la Toscana e Siena registra la sua prima vittima. Questo è un fatto»: a incalzare è  il Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale toscano Maurizio Marchetti che per primo si è messo al lavoro sull’allarme New Delhi portando la giunta a riferire in aula consiliare nella scorsa seduta.«La giunta ci ha risposto di avere condotto incontri e avviato azioni che però non sono state formalizzate se non il 26 luglio con decreto dirigenziale, recepito dalla Asl Nord-Ovest oltre un mese dopo con delibera del 5 settembre. Intanto, stando agli atti, i pazienti e gli operatori sanitari erano senza rete dinanzi a un batterio che ha un indice di mortalità del 40%. Io stesso, avuta notizia nella scorsa primavera di un picco anomalo di infezioni da Klebsiella pneumoniae presso il principale ospedale della Asl Nord-Ovest, ovvero il Noa di Massa, avevo presentato il 4 aprile un’interrogazione chiedendo risposta scritta che non mi è mai arrivata, e ora forse ne comprendo il motivo. Era un modo per sottacere l’allerta? Questo è il drammatico risultato con cui la Toscana sta generando rischio per l’intera penisola oltre che per l’intera area euro. E’ una responsabilità politica sostanziale», conclude Marchetti.