Toscana: caseifici; assessore Remaschi incontra i produttori, “la Regione ascolta e sostiene la filiera”
La Regione ascolta i caseifici e prende atto della preoccupazione della filiera del latte ovicaprino e della zootecnia da latte per le conseguenze della crisi generata dalla pandemia. L’assessore all’agricoltura Marco Remaschi ha incontrato oggi in videoconferenza i rappresentanti di alcuni caseifici che lavorano in Toscana nella produzione di formaggi di pecora e che, venerdì scorso, avevano sollecitato la Regione a recepire le loro istanze, manifestando una forte preoccupazione. Molti caseifici toscani infatti, come hanno spiegato i produttori, a causa della mancanza di liquidità iniziano a soffrire per i mancati pagamenti delle forniture passate cui si aggiungono, oggi, le mancate vendite dovute in buona parte alla chiusura pressoché totale del canale di alberghi, bar e ristoranti ed alle forti tensioni sulla distribuzione ordinaria.I caseifici – denunciano i produttori – hanno tanto formaggio fermo, stoccato nelle celle, continuamente trattato o confezionato per allungare i termini di vendibilità, mentre la produzione aumenta in maniera significativa, apprestandosi a raggiungere il suo picco stagionale proprio in questo mese, essendo le pecore al culmine della loro produzione giornaliera di latte.“Abbiamo a cuore le sorti del settore latte – ha dichiarato l’assessore Remaschi – specialmente di quello ovicaprino, che rappresenta l’ossatura portante della zootecnia da latte della Toscana. Continueremo il nostro impegno, come abbiamo fatto lo scorso anno in occasione della crisi del prezzo del latte, tanto più adesso con la pandemia, visto anche lo sforzo enorme che le filiere agricole ed agroalimentari toscane stanno sostenendo per soddisfare i fabbisogni delle famiglie”.Durante l’incontro si è parlato di temi cruciali per il settore, fra i quali la disponibilità di spazi per lo stoccaggio e la stagionatura, l’accesso al credito attraverso il fondo rotativo, il rapporto con la distribuzione organizzata e il normal trade, gli interventi del governo coi bandi per gli indigenti e la distribuzione di cibo tramite i Comuni, ma anche la promozione (ad esempio attraverso il PSR) per quella che sarà la cosiddetta fase tre.“Stiamo monitorando attentamente la situazione – prosegue l’assessore – con tutti gli attori della filiera, i Consorzi di tutela, la grande distribuzione organizzata, gli allevatori, i trasformatori, ma anche con le istituzioni nazionali e comunitarie – precisa Remaschi – attenti a valutar
e le proposte delle filiere”.