Toscana: centrodestra abbandona l’aula del consiglio regionale per protesta perché non è stato accettato l’esame del loro Odg di condanna del presidente Giani che ha offeso la candidata Ceccardi a governatore. “Impossibile confrontarsi se l’Assemblea non condanna insulti. In politica si è avversari, non nemici. Anche a prescindere da questioni di genere»

«Via dall’aula. Senza l’esame preliminare del nostro ordine del giorno di condanna alla politica dell’offesa e dell’insulto praticata dal Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani contro la candidata governatrice del centrodestra per la Toscana onorevole Susanna Ceccardi mancano i presupposti per confrontarsi in qualunque dibattito»: così all’unisono, i Capigruppo di centrodestra in Consiglio regionale Elisa *Montemagni* (Lega), Maurizio *Marchetti* (Forza Italia) e Paolo *Marcheschi* (Fratelli d’Italia) motivano l’abbandono della seduta  del Consiglio regionale da parte dell’intera rappresentanza del centrodestra.«Anche a prescindere dalle questioni di genere, nella buona politica si è avversari e non nemici. Chi presiede l’Assemblea toscana in quota Pd – dicono -l’ha evidentemente dimenticato, utilizzando nei giorni scorsi lessico da zoo nei confronti dell’onorevole Ceccardi durante la campagna elettorale. A chi si rivolge con questi toni all’avversario politico noi non delegheremmo neppure la guida di un pullmino, invece Pd e sinistre lo hanno scelto come candidato a guidare la Regione Toscana. In assenza di una presa di distanze votata e conclamata – spiegano i capigruppo anche a nome degli altri firmatari dell’atto, ovvero il Portavoce d’Opposizione Jacopo *Alberti*, i membri dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Marco *Casucci* e Marco *Stella* e i Consiglieri Luciana *Bartolini* e Roberto *Biasci* – non ci sentiamo garantiti nell’affrontare il dibattito consiliare. Non ci sediamo a tavolino con chi usa metodi da odiatore, soprattutto nei confronti di una donna».       «Bisognava che le sinistre si sforzassero, anche andando contro la loro natura a quanto sembra, di ricondurre la dialettica politica entro i perimetri del civismo e del confronto anche aspro sui temi e sui contenuti. Non so Giani e le sue sinistre di sostegno, ma noi a questo ci candidiamo: a garantire sviluppo alla Toscana e benessere ai suoi cittadini con trasporti efficienti, infrastrutture moderne, sanità allineata ai bisogni della popolazione… altro che linee di guinzaglieria. Il Consiglio regionale della Toscana avrebbe avuto il dovere di mettere a tacere con espressione univoca gli haters politici. Senza questo, mancano i fondamentali». Secondo Marcheschi, in particolare ,“ il Presidente Eugenio Giani è ormai inadeguato ad esercitare il ruolo di garante dell’istituzione del Consiglio regionale. Da arbitro si è trasformato in giocatore, uno di quei giocatori che non disdegna colpi bassi. Si è messo a fare attacchi sessisti contro la sua competitor, Susanna Ceccardi, nella campagna elettorale. Ha così coinvolto nel disonore l’intero Consiglio regionale proprio perché parla da Presidente del Consiglio . L’istituzione non può assolutamente ritrovarsi nelle parole di attacco violento nei confronti di una parlamentare europea, che si è messa a disposizione per fare una campagna elettorale sui temi e non a colpi di offese personali. Sconcertante l’utilizzo dell’aula a difesa di Giani: il Pd si è arroccato in una difesa ad oltranza per non far discutere un ordine del giorno che il Centrodestra aveva presentato sulle inqualificabili parole sessiste che il Presidente del Consiglio aveva rivolto a Susanna Ceccardi. Nessuna donna del Pd si è alzata per esprimere solidarietà alla Ceccardi. Un altro episodio che dimostra come il Pd cerchi l’attacco personale per deviare l’attenzione sulla pochezza dei temi sui cui caratterizzare la campagna elettorale”.