Toscana: cinque anni di lavoro su cammini e turismo lento; convegno a Palazzo Strozzi Sacrati. “Siamo cresciuti insieme, superando tante complessità, abbiamo costruito un metodo”. Un lavoro, come sottolineato dall’assessore Ciuoffo, andato oltre la Francigena. “In questi anni, sul suo esempio, abbiamo creato tante altre sollecitazioni. Il turismo lento è diventato nell’immaginario collettivo e nei mercati, soprattutto europei, l’offerta di maggior qualità e la più ricercata”

di Federico Taverniti

La Toscana dei cammini, quella da attraversare in modo lento, a piedi o in bici, per assaporarla nella sua complessità e molteplicità di offerte: dalle ricchezze del paesaggio e della natura, a quelle artistiche, architettoniche e culturali, fino a quelle enogastronomiche. La Toscana dei cammini si è ritrovata oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze per fare un bilancio di cinque anni di lavoro. E su quanto ancora resta da fare. Non solo Via Francigena, ma anche Via Romea Germanica, Via Romea Strata, Cammino di Francesco, Via degli Dei, Via Lauretana e Via del Volto Santo: una fitta trama da sviluppare e completare per offrire al turista un’esperienza in quei luoghi meno battuti e che cercano di riconquistare una propria centralità. “Una giornata per fare il punto su cinque anni di lavoro – ha detto l’assessore al turismo Stefano Ciuoffo -, un momento di confronto con tutte le realtà che rappresentano il mondo del turismo lento. Siamo partiti da un investimento forte fatto nella precedente legislatura. Mancavano però il racconto e la messa in sicurezza per tradurre questo investimento in un prodotto sentito come proprio dai territori e dalle comunità locali. L’elemento mancante era l’infrastrutturazione dei cammini, la loro manutenzione, valorizzazione, la creazione di ospitalità per arrivare a costruire un prodotto turistico. Siamo cresciuti insieme, superando tante complessità, abbiamo costruito un metodo”. Un lavoro, come sottolineato da Ciuoffo, andato oltre la Francigena. “In questi anni, sul suo esempio, abbiamo creato tante altre sollecitazioni. Il turismo lento è diventato nell’immaginario collettivo e nei mercati, soprattutto europei, l’offerta di maggior qualità e la più ricercata. Insieme ai territori stiamo costruendo una proposta di turismo lento strutturata. E’ la lentezza che può aiutarci a rileggere il territorio che ci circonda, a valorizzare le identità locali e tutte le opportunità da riscoprire lungo cammini che conservano la storia di una regione. Una lentezza che può aiutare a far riconquistare centralità a tante aree, trasformate e spesso stravolte dallo spostamento di flussi di persone e di economie. I cammini in questo possono costituire un punto di partenza e le risposte positive ottenute da parte di chi presidia i territori (sindaci, aziende, associazioni), fanno ben sperare”.  Attraversare la Toscana significa anche ammirare e scoprire un patrimonio naturalistico unico nel panorama nazionale. “Tutela della biodiversità – ha spiegato l’assessore all’ambiente Federica Fratoni – affiancata alla necessità di valorizzazione dei territori. C’è bisogno di connettere tra loro tutti gli itinerari a bassa percorrenza. Nel 2019 abbiamo affidato un incarico per costruire un Itinerario Naturalistico Toscano partendo da tre assi fondamentali, che dovranno essere allargati: partendo dalle aree umide interne, spostandosi  quelle umide costiere per arrivare alla montagna. Il tutto sempre con un occhio di attenzione alla disabilità: dal 2003 la Regione ha investito molto per rendere i percorsi accessibili a tutti”.  Il lavoro regionale sullo sviluppo della mobilità dolce è stato messo in evidenza dall’assessore a infrastrutture e trasporti Vincenzo Ceccarelli. “Parliamo di una rete escursionistica che dia la possibilità, ai turisti che vogliono scoprire gli angoli più nascosti e meno frequentati delle aree interne, di poterlo fare attraverso ciclovie, ciclopiste, cammini. Un lavoro importante quello fatto finora, col quale abbiamo individuato i sei tracciati binari delle ciclovie che attraversano la regione. Tracciati sui quali stiamo lavorando in stretta collaborazione con comuni, province, associazioni e imprese. Attorno a ogni percorso ci piacerebbe veder nascere progetti promossi dai territori per attrarre un turismo in forte crescita come il cicloturismo. Flussi che vogliamo attrarre perchè in grado di destagionalizzare e irradiarsi oltre gli itinerari più battuti. Ci stiamo avviando verso una maturità infrastrutturale per consentire a chi vuol attraversare la Toscana, di farlo in tutta sicurezza”.