Toscana : Coldiretti ,”per l’agriturismo bene l’ oleoturismo e la semplificazione nelle procedure proposte dalla giunta regionale”

Dopo il glamping, il campeggio di lusso, che una modifica del regolamento regionale sugli agriturismi chiesta da Coldiretti ha finalmente reso possibile anche in Toscana, è il turno dell’oleoturismo. L’approvazione della proposta di modifica alla legge 30/2003 per adeguare la normativa regionale alla Finanziaria 2019 che estende all’oleoturismo le stesse disposizioni già emanate per l’enoturismo è destinata, secondo Coldiretti Toscana, ad imprimere una nuova spinta all’accoglienza rurale toscana. Poco più di 30.000 aziende agricole, tante sono quelle che possiedono uliveti e producono olio extravergine, potranno aprire a turisti ed appassionati le porte dei loro oliveti e dei loro frantoi, organizzare degustazioni e laboratori didattici e commercializzare in loco le produzioni aziendali così come già accade per il turismo del vino. “E’ una grande opportunità in una regione che può vantare ben quattro produzioni a denominazione di origine protetta DOP ed una IGP che valorizza le tante straordinarie varietà territoriali. Nella nostra regione ogni azienda, piccola o grande che sia, produce extravergine di grande qualità. – commenta Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana -. Il turismo enogastronomico è la principale motivazione di viaggio e questo la dice lunga sull’importanza di diversificare ed adeguare l’accoglienza rurale alle nuove frontiere del turismo nell’era post-Covid”.
La proposta è ora attesa in consiglio regionale per il consueto iter e, si spera, la definitiva approvazione. Ma non è l’unica modifica importante inserita nella proposta di legge. Tra le novità più interessanti c’è la modifica della previsione relativa alla possibilità di sistemazione temporanea delle famiglie negli agriturismi, con l’aggiunta di letti supplementari nelle camere e nelle unità abitative indipendenti per l’alloggio di bambini. Oppure, la possibilità di demolire e ricostruire in altre zone di proprietà dell’azienda altrimenti non utilizzabili, anche nei comuni limitrofi. La proposta prevede inoltre che l’attività agrituristica possa essere svolta sia in edifici con destinazione d’uso a fini agricoli che in edifici classificati come civile abitazione. “Siamo di fronte ad un percorso di semplificazione ed evoluzione da noi più volte auspicato – analizza ancora Filippi – che mette nelle condizioni le imprese agricole di realizzare interventi sugli immobili senza Piano di miglioramento aziendale. E’ un bel passo in avanti in chiave sviluppo rurale. Finalmente si mettono a disposizione delle imprese strumenti urbanistici adeguati e moderni rispetto ai nuovi bisogni delle aziende agricole”.