Toscana: comunicazione in consiglio regionale su caso mascherine sotto inchiesta; Marchetti (FI) , «il torto giudiziario non sta a noi, quello politico è lampante.Dalle consegne alla certificazione dei materiali saltata ogni procedura». Marcheschi (FdI),”la Regione ritiri immediatamente le mascherine non idonee e oggetto di inchieste”

«Il torto giudiziario non spetta a noi, ma quello politico è lampante. L’emergenza non giustifica che Estar abbia fatto saltare ogni minima procedura, gestendo gli approvvigionamenti in maniera quanto meno improvvisata e confusa. Dalle consegne al materiale non certificato, qui non torna nulla. E solo la scorsa seduta eravamo a parlare dell’inchiesta sui ventilatori polmonari mai arrivati. Ogni giorno lavoro per gli inquirenti? Così non può andare»: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti a seguito della comunicazione con cui la giunta regionale , attraverso la vicepresidente Barni, ha espresso la propria posizione sul caso delle mascherine finite sotto sequestro, e sotto inchiesta, nell’ambito di un’operazione della guardia di finanza coordinata dalla procura di Prato.«Le situazioni non tornano, tra consegne e materiale non certificato. Si dimostra ancora una volta l’improvvisazione con cui Estar manovra le proprie azioni siano esse concorsi – enumera Marchetti –, acquisizione di farmaci, e ultimamente in emergenza covid ventilatori e adesso mascherine. Le indagini ci diranno chi ha torto a livello giuridico, ma qui oggi a noi interessa la responsabilità politica. Dove è necessario fare luce, significa che c’è dell’ombra. La sostanza oggi è che le mascherine Made in Tuscany di cui il governatore Rossi e la sua giunta, ma addirittura anche il suo partito, si sono tutti fatti belli alla fine della fiera non erano la miglior soluzione che si poteva individuare. E mi limito a questo».  «Tirando le somme – conclude Marchetti – nelle ultime settimane ogni giorno c’è lavoro per gli inquirenti. Questo credo attesti una gestione improvvisata e confusa che non può essere giustificata con l’emergenza. La fase emergenziale ha concesso procedure semplificate, ma pur sempre procedure che non andavano saltate a piedi pari». Per il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) “alla luce delle inchieste di questi giorni oltre alla mia denuncia fatta da settimane, non solo è emerso che le mascherine non sono mai state certificate, a differenza di quanto dichiarato dal Governatore Rossi, ma la cui realizzazione è stata affidata con trattativa diretta, senza alcuna gara, ad aziende che hanno lavorato in modo illegale e in ambienti insalubri. Poiché è evidente che tali dispositivi non servono per la protezione individuale, vanno assolutamente ritirate dalla distribuzione– conclude Marcheschi -. Abbiamo speso oltre 30 milioni di euro per dare ai toscani mascherine non idonee e probabilmente contaminate visto che sono state prodotte in ambienti infestati dai topi. Faccio appello ai sindaci affinché blocchino, nei loro territori, la distribuzione delle mascherine della Regione”.