Toscana: conti della sanità; on. Mugnai e Marchetti (FI), «Quasi 9 milioni l’anno di debito sul capo dei toscani fino al 2037»

«Ebbene: nella Toscana sul cui equilibrio contabile della sanità Enrico Rossi si è fatto fior di campagne elettorali, si è scongiurato per un pelo il commissariamento. E ora i cittadini si ritrovano sul capo 8.820.000 euro di debito di default da qui al 2037. Grazie compagni»: la stoccata arriva dai vertici regionali di Forza Italia per bocca del coordinatore regionale onorevole Stefano Mugnai (foto) e del Capogruppo nell’Assemblea toscana Maurizio Marchetti.Proprio Mugnai, insieme al collega deputato Maurizio D’Ettore, aveva dato notizia della lettera con cui il premier Giuseppe Conte chiedeva alla Regione il ripiano delle perdite d’esercizio registrate dal sistema sanitario toscano e portate al tavolo degli adempimenti. Il termine era perentorio. Pena il commissariamento. Poi l’accordo, tradottosi ieri nell’aula del consiglio regionale nella Proposta di legge “Ricapitalizzazione ammortamenti non sterilizzati delle aziende sanitarie. Modifiche alla l.r. 19/2019”.«Per senso di responsabilità nei confronti dei toscani, a cui il commissariamento avrebbe inflitto ulteriori contrazioni e tagli ai servizi che già adesso la sinistra ha ridotto al lumicino – osserva Marchetti – ci siamo dovuti astenere. Resta il fatto che da qui al 2037 ogni bilancio regionale avrà come presupposto questi quasi 9 milioni da destinare al ripiano. Un’eredità pesante che i nonni lasceranno ai loro nipoti e che in generale i toscani non meritavano».«Rossi ha preso in giro per anni i toscani ben sapendo – rincara Mugnai – che tra il 2001 e il 2011 il patrimonio netto delle aziende sanitarie veniva eroso dal cambiamento dei principi contabili e dalla mancata inclusione negli stessi degli ammortamenti tra i costi rilevanti ai fini della determinazione dell’equilibrio economico. Malgrado ciò si andava sbandierando una sanità coi conti in ordine che contemporaneamente stava maturando perdite. Senza parlare del crac della ex Asl 1 di Massa Carrara».Ora il nodo algebrico è venuto al pettine. E davanti c’è un segno meno: «Per anni la giunta ha fatto l’impossibile per trovare la quadratura del cerchio contabile – considerano Mugnai e Marchetti – finché si è dovuta arrendere all’evidenza di un ultimo quadrimestre 2018 in passivo e con i numeri negativi si è dovuta presentare al tavolo ministeriale, innescando le prassi procedurali conseguenti. Il commissariamento questa volta è stato qualcosa più che un semplice spettro. E’ stato scongiurato a pelo, ma sul capo dei toscani, il cui solo torto è stato di fidarsi di Rossi e compagni, restano ora diciotto anni di debito. Nel 2020, perché dovrebbero fidarsi ancora?»