Toscana: Coronavirus; Cgil, Cisl e Uil proclamano stato di agitazione dei punti vendita del commercio per sollecitare la “riduzione delle fasce orarie di apertura al pubblico e di prevedere la chiusura di tutti i punti vendita nelle giornate domenicali collocate nella vigenza dei decreti legislativi”. Previsto un pacchetto di 16 ore di sciopero che saranno utilizzate territorialmente
Le segreterie di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil della Toscana hanno dichiarato per i punti vendita del settore commercio situati nel territorio regionale, lo stato di agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Previsto un pacchetto di 16 ore di sciopero, che saranno utilizzate unitariamente a discrezione delle strutture territoriali. Secondo i sindacati “ molte aziende del settore non hanno preso in considerazione le richieste avanzate, sia a livello nazionale che regionale, pr ridurre le fasce orarie di apertura al pubblico e di prevedere la chiusura di tutti i punti vendita nelle giornate domenicali collocate nella vigenza dei decreti legislativi emanati dalla Presidenza del Consiglio in merito alla difficile situazione sanitaria.Tali richieste, più volte reiterate, hanno visto in questa fase alcune aziende raccogliere le nostre sollecitazioni, anticipando l’orario di chiusura serale e chiudendo la domenica ed altre decidere, ad oggi ,di non prevedere alcuna riduzione e neppure alcuna chiusura domenicale.Si sta quindi determinando un quadro di non omogeneità e confusione del settore che, oltre a creare uno svantaggio per le aziende più virtuose, potrebbe sfociare in un sovraffollamento nei punti vendita che rimarranno aperti, con evidenti e gravi problemi di contagio.Le nostre richieste – ricordano i sindacati – sono finalizzate a porre, sia i lavoratori che le lavoratrici del settore, in una condizione di estrema sicurezza, anche da un punto di vista psicologico. Le lavoratrici ed i lavoratori del terziario/commercio e della cooperazione, garantiscono con il loro lavoro, ormai da oltre tre settimane continuative, un servizio fondamentale alla collettività e lo fanno con sacrificio e abnegazione, spesso con turni stressanti. Adesso è il momento della responsabilità. Responsabilità di salvaguardare tutti, i cittadini, i clienti, ma anche i lavoratori e le lavoratrici.Le nostre organizzazioni hanno convintamente diffuso il messaggio di responsabilità che si riassume nella ben conosciuta frase: IO STO A CASA, chiedendo alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore di fare un grandissimo sforzo per il bene dell’intero paese. Oggi, però, è arrivato il momento di dare anche a loro una piccola ma importante risposta riducendo le fasce orarie ed i giorni di apertura della distribuzione alimentare. Il servizio fornito dai nostri assistiti può essere garantito rimanendo aperti dal lunedì al sabato con una fascia oraria giornaliera che inizia alle ore 8 sino alle ore 19 massimo.Per questi motivi, ritenendo irresponsabile il comportamento di quelle aziende che continuano a privilegiare il profitto al senso di responsabilità collettiva di cui il paese ha bisogno, dichiariamo lo stato di agitazione.Chiediamo anche alle Istituzioni regionalmente competenti, di fare la propria parte intervenendo in modo deciso ed orientato a sensibilizzare le aziende nell’uniformare gli orari di apertura al pubblico e le giornate di chiusura alla vendita, per tutte le realtà alimentari di media e grande superficie, presenti in Toscana”.
