Toscana :Covid-19; oggi impennata di casi  specie nelle province di Pistoia e di Siena Assessore Bezzini, “stiamo analizzando la situazione e valutando con la presidenza della Giunta l’impatto di questa impennata, e se sia il caso di prendere ulteriori misure a livello locale”. La variante inglese è destinata anche in Toscana a diventare uno dei ceppi prevalenti: attualmente è rilevata in circa il 40-50 per cento di chi si ammala

“Oggi i contagi hanno fatto rilevare un balzo in avanti, attestandosi a 1373 casi, dopo alcuni giorni in cui il livello di nuovi casi era sì alto ma stabile. La situazione è preoccupante . Stiamo analizzando la situazione e valutando con la presidenza della Giunta l’impatto di questa impennata, e se sia il caso di prendere ulteriori misure a livello locale”.Ad annunciarlo l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini che ha fatto il punto sull’emergenza Covid-19 durante un’audizione in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd).” Il tasso di contagi è particolarmente alto – ha sottolineato Bezzini – in due province: a Pistoia, dove si registrano circa 60 casi ogni 100 mila abitanti, e a Siena, dove l’incidenza è minore ma ci sono più casi legati alle varianti particolari dovuti alla vicinanza con l’Umbria. Sono in corso azioni del progetto ‘Territori sicuri’che al momento sta funzionando bene a livello locale-. C’è uno screening in corso a Monteroni per la variante brasiliana, poi partirà quello a Sovicille, dopo gli interventi fatti nei giorni scorsi in altri territori”.  La variante inglese è destinata anche in Toscana a diventare uno dei ceppi prevalenti: attualmente è rilevata in circa il 40-50 per cento di chi si ammala. Bezzini, anche rispondendo ai quesiti dei commissari, ha osservato che “questo è un problema, perché essendo più contagiosa rischia di far impennare la curva in un momento in cui la barriera dei vaccini non ha ancora prodotto effetti su vasta scala”. La variante brasiliana è limitata invece al momento ad alcuni comuni confinanti con l’Umbria, ma preoccupa perché in caso di incremento rischia di mettere in affanno il progetto ‘Territori sicuri’e le strategie di contenimento. Che, ha ricordato l’assessore, sono quelle indicate dall’Istituto superiore di Sanità: un monitoraggio a campione e soprattutto il tracciamento dove ci siano casi accertati o sospetti, con un’indagine su 14 giorni. Quanto alla vaccinazione, è vero che non ha ancora prodotto effetto su larga scala ma è evidente che, laddove sono state fatte delle campagne, i risultati ci siano. Bezzini ha ricordato che “nelle Rsa e tra il personale sanitario, che erano i settori più colpiti, si registra se non un azzeramento certamente una caduta verticale dei contagi”. Sempre riguardo ai vaccini, è notizia del giorno la diminuzione delle forniture di Astra-Zeneca previste per i prossimi giorni. “Ero stamattina collegato in Conferenza Stato-Regioni con i ministri Speranza e Gelmini –ha comunicato l’assessore –ed entrambi hanno garantito che sarà fatto uno sforzo straordinario affinché a marzo venga recuperato il calo di questi giorni con la consegna di più dosi”. Il numero in crescita di casi sta mettendo nuovamente in sofferenza le strutture sanitarie in alcuni territori. Gli ospedali delle province di Pistoia ed Empoli iniziano a registrare difficoltà, mentre Siena regge al momento per la presenza dell’azienda ospedaliero-universitaria, anche se l’aumento di pazienti è sensibile. L’assessore ha riferito che, a ieri, sui contagi registrati il 47% dei pazienti risultava asintomatico, il 40% paucisintomatico, il 5,5% presentava sintomi lievi, l’1,4% sintomi severi e lo 0,5% sintomi critici. Questo anche grazie alla diminuzione dell’età media degli ammalati, che si attesta sui 43 anni. Tuttavia, si sta registrando un aumento del tasso dei ricoveri, che ha superato i 1.000 in Toscana. Ieri si sono registrati + 22 pazienti ricoverati e + 4 pazienti in terapia intensiva. Rispondendo a una domanda sul centro Creaf di Prato, infine, Bezzini ha ricordato che “si tratta di una struttura cuscinetto, così come abbiamo pensato a strutture di cure intermedie per ospitare pazienti in via di guarigione ma che non possono essere ancora dimessi, per liberare posti in ospedale. Ma sono strutture che saranno attivate solo in caso di saturazione degli ospedali: un’evenienza a cui spero che non si arrivi attuando le giuste strategie”.