Toscana : depurazione industriale ; consigliere regionale Capecchi (FdI), “norma cancellata ma la commissione d’inchiesta indagherà ancora. Intanto continua lo scarica barile di Rossi”

“Eliminare l’emendamento non toglie certo il problema, che anzi resta, come restano tanti interrogativi ai quali abbiamo ottenuto parziali risposte grazie ai vari accessi agli atti, ma non si può certo dire che la vicenda si sia risolta. L’ex governatore Enrico Rossi in merito all’istruttoria di proposta di legge del 2018 per modificare l’art 13 della legge sulla gestione degli impianti di depurazione industriale parla di atto tecnico degli uffici. Ma gli uffici hanno agito su richiesta dello stesso Rossi e su un tema sul quale, già nel 2017, Arpat aveva dato indirizzi tecnici precisi e rigorosi”, è quanto sottolinea il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi.  “Le parole di Rossi vanno smentite – aggiunge Capecchi – ; non è vero che la sua giunta abbia imposto regole più stringenti per la tutela ambientale, bensì è stata Arpat ad aver stabilito che gli scarichi di Aquarno fossero insostenibili dal punto di vista ambientale secondo quanto recita la normativa nazionale. Sulla base del decreto 152 del 2006 fu sempre Arpat, e non la giunta Rossi, ad imporre ad Aquarno di ottenere l’AIA anziché la semplice AUA! Rossi continua a fare lo scarica barile dicendo che la provincia di Pisa a guida Andrea Pieroni, pur sempre un esponente del suo partito, aveva sempre garantito la procedura più semplice per gli scarichi di Aquarno. Le parole dell’ex governatore, però, sono smentite dai fatti: per sette anni la Regione ha continuato a concedere proroghe ad Aquarno, perché la Giunta attese tutto questo tempo?. L’emendamento della vergogna è stato cancellato ma il lavoro della commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e i rapporti di potere in Toscana è appena iniziato ed è in questa sede che ci auguriamo di fare ulteriore chiarezza sulla vicenda”, conclude il consigliere.