Toscana: il Presidente regionale di Arci Caccia Sirio Bussolotti scrive ai colleghi delle Associazioni Venatorie, “parliamo di unità partendo dai contenuti” e propone “una costituente aperta tra i cacciatori e che sappia ascoltare quanto si agita nella società civile in tema di gestione”

Il Presidente Regionale Arci Caccia Sirio Bussolotti prova a dare il là ad uno sblocco dei rapporti tra associazioni venatorie in Toscana (e non solo) e lo fa con una lettera inviata agli altri Presidenti Regionali delle Associazioni Venatorie Toscane. “Arci Caccia ha fatto il primo passo, adesso- dice – si aspetta la risposta delle altre associazioni a queste proposte che è impossibile non condividere”. Di seguito la lettera:

“ Gentili Presidenti,  ci rivolgiamo a voi e vostro tramite agli associati che rappresentate e sono patrimonio molto ricco di idee, emozioni, passione e ragione . Ancorche  in diminuzione, i cacciatori svolgono, e meglio possono farlo, un ruolo importante e significativo in Toscana. Valorizzare e rivisitare nella nostra terra di antiche, radicate e qualificate tradizioni rurali, l’attività di gestione faunistica degli ATC, degli Istituti, delle Aree Protette è una sfida che è possibile ancora vincere conquistando attenzione ed interesse degli imprenditori agricoli e dei cittadini avendo uno sguardo attento alle nuove generazioni. Occorrerebbe aprire una riflessione comune per cercare insieme i contenuti unitari sui quali aprire il confronto con le altre rappresentanze. Una “costituente” che sia radicata nel dibattito, aperta tra i cacciatori e che sappia ascoltare quanto, in tema di gestione, si agita nella società civile. Forse occorrerà insieme, prendere atto della sterilità di una discussione autoreferenziale sulle Associazioni venatorie, sul loro ruolo, su modelli che con sincerità tutti, hanno dimostrato pur con diverse sigle, di essere strumentali sia in Toscana, in Emilia siano CCT, FENAVERI ma anche la Cabina di Regia al mantenimento delle Associazioni che a quanto si muove nella Società.  Proviamo a partire dai contenuti, sarà più faticoso ma indispensabile premessa alla scelta di un modello associativo, organizzativo confacente alla prospettiva e alla concretizzazione del progetto che rilanci l’immagine, l’identità del cacciatore definendo, modificando, integrando funzioni e compiti degli Enti, gli ATC, cui la legge ha affidato la realizzazione delle politiche faunistico venatorie e la gestione del bene di tutti, del patrimonio faunistico. Ripartire dai contenuti può essere un buon “antidoto” alla tentazione di mettere l’interesse delle Associazioni nazionali esistenti, così come organizzate prima della stessa caccia, della conservazione degli spazi e delle aree ove praticarla e della gratificazione dei praticanti che, di quei territori, sono custodi, oggi con gli ATC che con le luci e le ombre, sono la rete di presenza da cui partire insieme ai Circoli, alle Sezioni delle Associazioni Venatorie. Noi stiamo svolgendo il nostro Congresso che è pronto ad aprirsi senza nostalgie e retropensieri ad una rifondazione, rigenerazione, a qualsivoglia costituente. Chiunque ha voglia, sensibilità di battere un colpo sarà benvenuto…”