Toscana :lavoro digitale a distanza nel futuro dei piccoli borghi. Regione firma intesa con Santa Fiora

Un patto per sostenere l’innovazione e creare opportunità di impiego, conciliando lavoro e qualità della vita. Un’intesa che ruota attorno allo smart working, assicurato da connessioni stabili e veloci alla rete, e alla realizzazione di una struttura adeguata ad ospitare imprese tecnologiche.La Regione Toscana e il Comune di Santa Fiora sull’Amiata in provincia di Grosseto, che in piena pandemia ha lanciato il progetto “Smart working village” per il lavoro a distanza e il telelavoro, hanno firmato un protocollo d’intesa per dar vita ad un luogo dove ospitare start up e imprese innovative, ma anche spazi di coworking o locali per chi lavora in smart working, per l’appunto. L’immobile sarà acquisito o realizzato dall’amministrazione comunale, mentre la Regione si impegna ad individuare possibili finanziamenti per attrezzarlo e per dotarlo di strumentazioni tecnologiche,  oltre a promuovere lo spazio e i servizi erogati attraverso la struttura “Invest in Tuscany”.  L’idea può apparire semplice. E lo è. “Ma il Comune di Santa Fiora è stato il primo in Italia ad avere l’intuizione – sottolinea il presidente della giunta regionale, Eugenio Giani  –  e l’intenzione della Regione è quella di dare seguito a questa idea: una sorta di sperimentazione da replicare poi anche altrove in Toscana”. Vivere in un borgo in mezzo alla campagna o in montagna era un tempo altrettanto bello ma forse complicato. Disagevole, per la lontananza di servizi e la necessità di fare il pendolare, anche su lunghe distanze, per andare a lavoro. Adesso con la banda ultralarga, che con le risorse messe a disposizione dalla Regione è stata portata anche dove i gestori privati non avrebbero mai investito,  vivere in un piccolo borgo in mezzo alla natura può diventare anche vantaggioso. Sicuramente è meno complicato: grazie a connessioni veloci come in città (a volte anche più veloci) e stabili.  E l’idea di sviluppo rilanciata dal comune amiatino è per l’appunto questa.  “Il lockdown e le restrizioni imposte dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria – spiega e sottolinea l’assessore all’economia, Leonardo Marras –  hanno esaltato e fatto riscoprire la qualità della vita nei borghi, lontano dalla congestione di persone delle grandi città, dunque anche più in sicurezza, e con maggiori spazi a disposizione. Ed ora la possibilità di  disporre di connessioni veloci e sicure permette a questi territori di avere potenzialmente un riscatto”. “Il Comune – aggiunge – si è mosso da tempo, anche con incentivi, per attrarre nuovi residenti. Il secondo passo è adesso quello di attrarre le imprese, perché grazie al digitale è possibile lavorare anche in questi territori. Già sta avvenendo. Ed è qui che entra in gioco la Regione, con incentivi rivolti alla realizzazione di spazi di coworking e innovazione intelligente ma anche e soprattutto per mantenere vivaci i rapporti di queste aree con le grandi aziende, grazie alla struttura di attrazione di investimenti di cui la Regione è dotata”. “La firma di questo Protocollo ha un valore enorme per il futuro di Santa Fiora e dell’Amiata – commenta il sindaco Federico Balocchi – Lo ritengo il coronamento dei miei dieci anni di amministrazione, in quanto credo che potrà contribuire concretamente a rilanciare il lavoro, ed in particolare un tipo di occupazione altamente qualificata, richiamando in montagna i giovani con una preparazione tecnologica avanzata”. “Andiamo a creare i presupposti per rendere l’Amiata attrattiva nei confronti delle imprese e di questi professionisti – prosegue – Un’operazione necessaria per strutturare e consolidare il percorso avviato qui a Santa Fiora con il progetto dello Smart Working Village. Ed è bellissimo riuscire a trasformare un’idea in qualcosa di assolutamente concreto. Ringraziamo la Regione per credere nelle potenzialità di questo progetto”.