Toscana: medicina; Scaramelli (Pd), “bene la risposta della Giunta sui contratti per specializzandi. Giovani, formazione e congruità degli organici nostra ossessione”

Dal presidente della commissione Sanità in Regione Stefano Scaramelli riceviamo e pubblichiamo

“Bene l’aumento dei posti aggiuntivi per gli specializzandi in medicina delle tre università toscane grazie ai finanziamenti dalla Regione Toscana. Dai banchi del Gruppo Pd in Consiglio regionale abbiamo rappresentato e portato avanti l’istanza di aumentare le borse di studio regionali per le Scuole di specializzazione in area sanitaria e favorire la collaborazione tra le Università di Firenze, Siena e Pisa. Oggi essere arrivati a finanziare 132 contratti aggiuntivi regionali di formazione specialistica segna un passo importante per accrescere e migliorare la formazione post laurea in area sanitaria. L’attenzione ai giovani, al ricambio generazionale e alla congruità degli organici per noi è e sarà sempre un’ossessione. Non esiste sistema sanitario eccellente senza personale di qualità. Sono le persone che in qualsiasi sistema, i professionisti della sanità in questo caso, che fanno la differenza. La politica deve investire in cultura e formazione.Bene quindi che la Giunta della Toscana abbia colto e sostenuto l’intuizione politica nata in seno al Consiglio regionale che porterà ulteriori 132 medici specializzandi impegnati per 5 anni a lavorare nella nostra regione. La Toscana raddoppiando il numero di borse rispetto allo scorso anno è prima in Italia per numero di contratti aggiuntivi di formazione specialistica. La nostra Regione, infatti, finanzia ben 47 borse in più rispetto alla Lombardia che è la seconda in Italia per numero di contratti. Mentre in Toscana assistiamo all’incremento del numero di tutte le borse di studio e alla creazione di sinergie e collaborazioni innovative tra le Università di Firenze, Siena e Pisa rimane però il tema irrisolto e per ora affatto sostenuto di arrivare a quella programmazione di lungo periodo per fronteggiare la carenza, in previsione, di medici specialisti e arginare l’aumento di medici che partono per esercitare all’estero la propria professione. Un tema che nessuna Regione da sola può affrontare e che è destinato a contribuire ad aumentare in maniera negativa quel divario fra le diverse realtà territoriali nel nostro Paese”