Toscana: Amiata senza neve né contributi; capogruppo regionale Fi Marchetti , «azzerando gli aiuti, la Regione strozza il sistema d’area.Va preso per mano il territorio riprofilandone l’offerta gradualmente»

«Se la neve sotto i 1800 metri di altitudine non regge più, effettivamente spararla diventa inutile. Si generano perdite e si stressa l’ambiente, con un danno cui si aggiunge la beffa di non riuscire comunque ad attrarre sciatori. Azzerare però di punto in bianco gli aiuti come ha fatto la Regione Toscana è contestabile, perché strozza non solo il turismo bianco ma l’intero sistema-montagna che invece va preso per mano e accompagnato affinché riprofili la propria offerta turistica anche invernale. Gradualmente, però. Non è certo un processo che possa avvenire dall’oggi al domani. Seccare del tutto gli aiuti così di brutto non è una soluzione ma, anzi, è un ulteriore problema che va ad abbattersi su territori già piegati»: l’analisi arriva dal Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti, preoccupato per la tenuta economica, occupazionale e anche demografica della montagna toscana e delle sue stazioni sciistiche, dalla Val di Luce e l’Abetone fino all’Amiata.«Se il clima cambia e le temperature si innalzano – osserva Marchetti – non ci si può fare nulla. Se le stagioni sciistiche slittano, come accaduto lo scorso anno, non ci si può fare nulla. Non si può però neppure pensare da un giorno all’altro di abbandonare l’attività peculiare e fondamentale di un territorio, perché in questo modo finiscono per fallire tutti. Tutte le realtà economiche delle stazioni sciistiche a quote inferiori ai 1800 metri, la gran parte di quelle appenniniche, attualmente ruotano attorno alla stagione invernale. Che si fa? Si fa seccare tutto? Le statistiche sull’innevamento a profondità trentennale, del resto, mostrano certa ciclicità. Basta prendere i dati: ci sono annate di consistente innevamento anche naturale, alla cui attrattività non si capisce perché territori perfettamente attrezzati debbano rinunciare».Altro discorso è iniziare a pensare una diversificazione: «Quello è un percorso virtuoso che non fa mai male, poiché un Parco Avventura, itinerari di trekking e mountain bike, di passeggiate adatte a famiglie coi bambini o con i cani, percorsi del gusto che valorizzino i prodotti tipici del territorio – ipotizza Marchetti – sono offerte capaci di far da traino in tutti i periodi ‘verdi’, tanto invernali quanto estivi. Ma se c’è neve, non la si sprechi. Trinciare con la mannaia il rivolo degli aiuti regionali destinati all’innevamento mi pare drastico. Non che si debba continuare a sostenere per forza e all’infinito realtà in perdita – ammette Marchetti – ma da parte del Pd dargli la mazzata finale e perdere tutto mi pare una scelta sconsiderata». «Del resto – conclude – che il Pd e la sinistra di governo regionale abbiano preso nei decenni la montagna di tacco non è una novità. Basti guardare al sistema infrastrutturale mal curato, ai trasporti, alla sanità territoriale, alla mancata gestione della fauna selvatica… Poi ci si lamenta se i territori vanno verso il crollo demografico, ma il compito di generare abitabilità in termini di economie e servizi spetta alla politica. Questo il Pd e la sinistra non l’hanno fatto. L’inflessibilità e il rigore con cui adesso si negano i contributi per l’impiantistica legata alla neve a queste realtà mi pare rappresenti il colpo di grazia. Inspiegabile, irragionevole, irresponsabile».