Toscana : mozione consigliere regionale Veneri (Fdi), “ristori immediati per il comparto dell’oro, rischiamo una crisi senza precedenti. In Toscana ci sono 4 mila aziende che danno lavoro a 300 mila persone”

 Dal Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri riceviamo e pubblichiamo

“Il Covid si sta mangiando fatturati e posti di lavoro. Arezzo, una delle capitali manifatturiere della Toscana, è tra le province che sta pagano il dazio più pesante, come era inevitabile, in particolare nel settore orafo. La sciagurata idea dei codici Ateco che ha imposto la chiusura delle gioiellerie nel periodo natalizio ed il blocco del mercato delle cerimonie, hanno inferto un duro colpo al settore. Ma il problema più grande è che non si sono svolte (e non si sa per quanto tempo ancora non si svolgeranno) le fiere internazionali, che rappresentano un palcoscenico unico per i produttori di gioielli”.  “A proposito delle fiere, la Regione Toscana si è giustamente preoccupata di ristorare gli organizzatori che non hanno potuto organizzare gli eventi ma non ha pensato a ristorare tutti coloro che hanno sempre pagato per fare le fiere e che non hanno avuto modo di acquisire ordini e commesse per le proprie attività . In Toscana ci sono 4.000 aziende con fatturato maggiore ai 5 milioni, per queste non è stato previsto alcun tipo di ristoro dal Governo e dalla Regione. Fatturato alto significa costi più alti. Non sono aziende ricche, sono aziende che danno lavoro a 300mila persone. Ho presentato una mozione che impegna la Giunta regionale ad attivarsi, anche nei confronti del Governo, per ridurre la tassazione per le aziende danneggiate dalla crisi, a provvedere affinché si stanzino, all’interno del bilancio preventivo 2021, ulteriori fondi di sostegno senza limitazioni in base al fatturato”. “Altro problema è poi dovuto al fatto che i rappresentanti e le figure commerciali delle aziende orafe, viaggiatori del mondo, non hanno potuto promuovere campionari e nuove proposte. Abbiamo presentato una mozione per dare la priorità di vaccinazione a questi profili e garantire loro un vaccino subito dopo il personale sanitario”.