Toscana: mozione gruppo consiliare regionale FdI , “servono aiuti immediati per la filiera della moda, la Regione deve aiutare questo settore vitale per la nostra economia”

A sostegno del grido d’allarme lanciato dalle associazioni di categoria, il Gruppo di Fratelli d’Italia  del consiglio regionale della Toscana ha presentato una mozione, di cui il primo firmatario è il vice-capogruppo Vittorio Fantozzi, in cui si chiede alla Regione aiuti immediati per la filiera della moda ed al Presidente Giani di farsi promotore presso il Governo affinché adotti quanto prima strategie efficaci di azione per sostenere il settore. “E’ disperato il grido d’allarme che arriva dalle attività che fanno parte della filiera della moda. La Regione Toscana non può abbandonare questo settore vitale per la nostra economia. Non sono fantasmi, sono a rischio migliaia di aziende e decine di migliaia di posti di lavoro – sottolinea il vice-capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Vittorio Fantozzi– . In Toscana si contano 17.620 imprese attive nel tessile, abbigliamento e calzature, per il 61% artigiane. Già a maggio, i dati Irpet, evidenziavano che il sistema moda toscano perdeva il 40% di fatturato e le esportazioni si attestavano su -35,5%. La moda è una “vittima” dimenticata, nonostante gli imprenditori abbiano investito per allinearsi alle norme, trovandosi poi costretti a fermare la loro attività. Serpeggia la sensazione di impotenza e frustrazione”. “La distribuzione è la maglia finale di una lunga catena. Se viene danneggiato l’intero settore della vendita al dettaglio, anche la produzione artigianale e industriale frena. La moda in Toscana è la nostra eccellenza. Sapienti artigiani, con cultura tramandata da secoli, creano manufatti che in questo momento non trovano sbocchi commerciali – ricorda il Consigliere regionale, Gabriele Veneri-  .Perderemo competenze e l’intera filiera del “Made in Toscana”, con la ripresa, sarà debole e in parte a pezzi. I nostri distretti moda stanno vivendo un momento di difficoltà mai vista in precedenza, penso al distretto orafo, tessile, calzaturiero, conciario. I loro prodotti sono fermi nei magazzini e, anche se non biodegradabili, sono legati a le stagioni e al loro stile che una volta passato li rende invendibili. Sono totalmente contrario alle chiusure delle attività commerciali, una scelta fatta senza criterio e soprattutto senza erogare risorse nei tempi adeguati (denaro a fondo perduto subito!) il resto sono solo chiacchiere e propaganda. Servono contributi a fondo perduto, liquidità dalle banche, detassazione e rottamazione dei magazzini, prosecuzione della cassa integrazione. Se il Governo non farà manovre economiche immediate le attività chiuderanno. Si poteva rimanere aperti, seguendo le regole del numero limitato all’interno degli esercizi commerciali. Poi, un giorno, qualcuno mi spiegherà che differenza passa tra vendere una scarpa per bambini e una per adulti a livello di rischio di contagio. Apprezziamo la presa di posizione del Governatore Giani nei confronti dei giganti del commercio online ma le scelte sciagurate del Governo Conte, che pure Giani sostiene, servono su un piatto d’argento lo sviluppo e la crescita del monopolio commerciale alle multinazionali a discapito del negoziante tradizionale”.