Toscana: scuola; capogruppo regionale FI Marchetti,«con Pd e M5S dalla pandemia al pandemonio.Ripetono la data come un mantra vuoto di spazi, banchi, docenti, regole.Per i trasporti tutto da progettare. O prevedono il monopattino acquisito col bonus?»

«Sulla scuola tra Pd, M5S e sinistre varie si sta passando dalla pandemia al pandemonio. Ancora oggi la Regione si vede costretta a precisare che apriranno il 14 settembre, ma a 23 giorni da quella data pronunciata ormai come un mantra c’è il vuoto su spazi, banchi, docenti, regole di sicurezza. E non mi metto a dire dei trasporti, settore tutto da progettare reimmettendo flussi d’utenza massicci come quelli legati all’universo della scuola. Siamo senza mezzi, con flotte obsolete e perfino senza gestore definito grazie a questa giunta regionale targata Pd e Iv. O ipotizzano di far usare ai ragazzi il monopattino acquistato col bonus?»: l’affondo arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, raggiunto in più occasioni e sempre più spesso dalla preoccupazione delle famiglie.          «Sui nostri figli e nipoti, poverini, nel loro diritto fondamentale che è quello alla scuola, allo studio e alla formazione sinistre e grillini stanno dicendo tutto e il contrario di tutto. Febbre a scuola e febbre a casa. Metro di distanza sì ma per meno di un quarto d’ora no. Lockdown per classi in caso di un positivo ma forse anche no. Mascherina in classe un momento serve e uno no. E i banchi a rotelle? Se sono un presidio di tutela della salute per i nostri ragazzi, vanno aspettate le forniture. Se non lo sono, hanno buttato via soldi. La verità è che si vuol riaprire – rimprovera Marchetti – ma non si sa da che parte rifarsi al cospetto di un sistema scolastico già carente di spazi, docenti, personale… con gli edifici non a norma che ora vanno non ampliati, bensì sostituiti con l’edilizia leggera. Ma qui di leggero c’è solo l’approccio a una materia complessa».           Marchetti apre il punto di vista alle implicazioni: «La scuola interagisce con molteplici aspetti della vita sociale individuale e collettiva. Dietro ai ragazzi soprattutto più piccini – incalza – ci sono famiglie in cui mamme e papà devono lavorare e ancora non sanno come dovranno organizzarsi, soprattutto dovendo nel contempo proteggere i nonni che fino a febbraio erano i baby sitter d’elezione di tanti alunni e studenti. Qui si rischia il patatrac. Per la vita delle persone, e per l’evento pandemico se non si governano i flussi di mobilità e stazionamento nei luoghi senza regole poche, chiare, certe».