Toscana: vertenza Gkn; altissima partecipazione alla manifestazione Cgil-Cisl-Uil in piazza Santa Croce a Firenze nel giorno dello sciopero generale indetto a difesa del lavoro e a sostegno della vertenza Gkn. Presenti anche il governatore della regione Giani e tanti esponenti delle diverse forze politiche
Gonfaloni di Comuni e istituzioni, lavoratori e lavoratrici da tutta la Toscana e anche da altre regioni, cittadini e cittadine, associazioni, organizzazioni, partiti: è stata altissima la partecipazione alla manifestazione di Cgil-Cisl-Uil “Firenze difende il lavoro” in piazza Santa Croce a Firenze in occasione dello sciopero generale territoriale indetto a difesa del lavoro e a sostegno della vertenza Gkn. Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze): “E’ stato perpetrato un atto di violenza inaudita non solo verso i lavoratori e le lavoratrici della Gkn, ma anche verso un’intera comunità e verso le istituzioni che la rappresentano. E oggi la piazza di Firenze ha dato una risposta importante fatta di lotta, mobilitazione e solidarietà, per questa e per tutte le altre tante vertenze, e così si andrà avanti. Abbiamo bisogno che la politica si riappropri del proprio ruolo, non è possibile che un qualsiasi amministratore delegato conti più dell’interesse generale. Si può fare: lo ha dimostrato il sindaco di Campi Bisenzio firmando un’ordinanza che prima ancora che un atto amministrativo è un atto politico, di chi sceglie da che parte stare”.Fabio Franchi (segretario generale Cisl Firenze-Prato): “Se un’azienda può, senza violare le leggi, umiliare e mortificare il lavoro e i lavoratori, come sta facendo Gkn, allora le leggi che abbiamo non vanno bene. Se crediamo ancora nella Costituzione e nel suo articolo 1, dobbiamo darci delle leggi che difendano il lavoro e la sua dignità dall’economia di rapina condizionata dalla finanza. E questo compito spetta la Parlamento. Contemporaneamente chiediamo al presidente Draghi e al ministro Giorgetti di attivare immediatamente tutte le azioni necessarie per il ritiro dei licenziamenti e per riattivare la produzione in Gkn. Gkn è solo l’ultima di una lista di grandi aziende che abbandonano il territorio fiorentino: non c’è più tempo da perdere, dobbiamo invertire questa tendenza che porta alla povertà”.Leonardo Mugnaini (coordinatore Uil Firenze): “Siamo scesi in piazza per difendere la dignità del lavoro, perché quanto accaduto a Gkn può accadere oggi stesso in qualsiasi parte d’Italia. Per questo dobbiamo pretendere da governo e istituzioni che siano inseriti paletti ben precisi affinché queste delocalizzazioni che svuotano il territorio di risorse e lavoro siano fermate. Sono inaccettabili logiche predatorie da parte di chi non ha alcuna intenzione di investire ma soltanto di trarre il massimo profitto senza alcun rischio industriale”. Per Eugenio Giani, Governatore della regione , “questa piazza dice chiaramente che Firenze e la Toscana non accettano il comportamento oggettivamente vergognoso di chi si è rapportato a 422 lavoratori e alle loro famiglie nel modo più arrogante, senza nemmeno un tavolo di discussione ma con una mail che sostanzialmente li metteva a casa, saltando ogni procedura negoziale e garanzia della dignità dei lavoratori”. Secondo il presidente il comportamento dell’azienda è stato “molto grave anche nel rapporto con il governo: hanno partecipato alla riunione convocata al palazzo della prefettura con un avvocato consulente senza dire assolutamente niente e anzi per ribadire, con tono distaccato, che non vi sono spiragli. Ma ognuno si assumerà la sua responsabilità”. Alla manifestazione ha partecipato anche una folta delegazione di consiglieri regionali del Gruppo del Partito Democratico con il capogruppo Vincenzo Ceccarelli “per dire no ad un atto vigliacco e arrogante che svilisce la dignità del lavoro e per ribadire il nostro impegno, politico ed istituzionale, affinché la Gkn possa ritirare i licenziamenti, restituire il futuro a centinaia di dipendenti, alle loro famiglie, ai lavoratori dell’indotto”. “Quella di GKN – ha commentato l’on. Susanna Cenni del Pd presente alla manifestazione -è stata una decisione, nel merito e nel metodo, inaccettabile, che non ha a che vedere con la crisi pandemica e nemmeno con una crisi di mercato. È una rottura profonda, gravissima, di ogni prassi e regola: l’impresa e il Fondo Melrose hanno comunicato a freddo i licenziamenti e l’ intenzione di chiudere lo stabilimento in barba ad ogni procedura di confronto sindacale. Per di più delegando semplicemente un avvocato, in teleconferenza, a rappresentare l’azienda non partecipando al tavolo istituzionale, convocato giovedì scorso a Firenze dal Governo, con tutte le istituzioni presenti. Un esempio di arroganza e disprezzo delle regole.
Non è la mancanza di commesse ad aver determinato la crisi, come gli stessi sindacati hanno ripetutamente precisato. Qui c’è l’idea che si possano trattare lavoratori, stabilimenti e relazioni come un qualsiasi prodotto”.