Turismo: Jannotti Pecci presidente di Federterme-Confindustria, “per il turismo sanitario occorre fare presto e bene!”

“E’ evidente che con il turismo sanitario si potrebbero anche accrescere i flussi turistici nei mesi di bassa stagione favorendo la destagionalizzazione, senza considerare che la filiera della salute è un settore che attiva la produzione di beni e servizi di comparti diversi (white economy) come attesta la crescita documentata del peso degli acquisti “a maggior valore aggiunto” come i servizi professionali, le telecomunicazioni, l’informatica, le strumentazioni mediche. Ma bisogna che le forze parlamentari di tutti gli schieramenti decidano di riconoscere priorità all’industria del turismo, per l’apporto economico ed occupazionale atteso; fare presto e bene è utile e possibile con la indispensabile volontà politica.” Così il presidente di Federterme Confindustria Costanzo Jannotti Pecci che ha partecipato  all’audizione sul ddl delega al governo  in materia di turismo e ha indicato lo specifico contributo del “turismo sanitario” alla crescita quantitativa e qualitativa dell’offerta turistica italiana, in grado d’intercettare anche una domanda potenziale europea di turismo sanitario sensibile alla consolidata reputazione dell’offert a di cure e benessere termale italiana.“A distanza di quasi 20 anni dall’ultimo intervento organico in materia di turismoe da accogliere positivamente l’iniziativa di Governo e Parlamento per il turismo ma è anche  necessario semplificare e adottare misure per il termalismo terapeutico, per il benessere ed il turismo sanitario, appropriate ai mutamenti sostanziali del mercato turistico- prosegue Costanzo Jannotti Pecci-. In particolare la normativa delegata dovrebbe prevedere interventi su: Trasporti dedicati ed attrezzati per le categorie più fragili, soprattutto in termini di accessibilità, tempi e costi.Abbattimento delle barriere linguistiche e creazione di contactpoint nei Paesi di origine con idonee iniziative di comunicazione/narrazione.ICT e  e-health e correlate iniziative formative.Favorire un’offerta sanitaria integrata tra le diverse strutture sulle quali si articola il percorso di cura/riabilitazione e le relative destinazioni (che a livello area UE potrebbe interessare oltre 3.500.000 persone).”